ganizzati, protrattosi per 11 mesi e seguito da un processo con l'1mputazione di associazione a delinquere: assoluzione generale. Nel 1902 a Carloforte si ricomposero le fila dell'antica organizzazione. Da ciò trassero coraggio i minatori, i quali fin dal 1898 avevano ,conosciuto la propaganda del Cavallera attraverso i contatti con i battellieri che, da lui organizzati, frequentavano, a causa del loro lavoro, Buggeru, Nebida, Ingurtosu e ogni miniera che avesse il suo porticciuolo. Il Cavallera risiedeva a Carloforte, dove dirigeva l'Associazione Generale degli Operai. I minatori in tutto il ba,cino erano circa 15 mila, distribuiti in una decina di minere. La spontanea, impetuosa generazione di organizzazioni primordiali aveva consigliato al Cavallera l'opportunità di bandire concorsi nazionali per la nomina di segretari di lega. Così per la Lega di Buggerru fu nominato i\lcibiade B·attelli; per quella di Nebida, Olivero, ecc. Il Bacino era in effervescenza, necessità quindi di riunire tutte le leghe: alla fine del 1902, Cavallera si trasferisce da Carlofoiite a Iglesias con la famiglia e assume la carica di Segretario della Federazione mineraria e di Direttore d'una grande Cooperativa di Consumo. Durante gli anni 1902 e 1903 c'è improvviso e caotico sorgere di Leghe, con comizi, conferenze; propaganda spicciola in ogni miniera, impazienze di operai, entusiasmi, fremiti, tumulti. Il Cavallera, in bicicletta, visitava tutto il Bacino. Il 4 settembre 1904 egli si reca a Buggerru, chiamato dal Battelli, con . l'intento di conciliare uno sciopero, scoppiato agli ultimi di quell'agosto: grande comizio in piazza, arrivo del sottoprefetto di Iglesias.,colloquio alle 15 nella Palazzina della Direzione, presenti il Sottoprefetto, il Cavaliera e il Direttore della miniera, ing. Georgiades. << Dopo circa mezz'ora di colloquio il Direttore fin allora recalcitrante - ra,cconta il Cavaliera - sotto la pressione dell'Autorità politica, accettava a ·mano a mano le richieste operaie, quando entrò nell'ufficio un capitano dell'esercito, sudato e polveroso... Passarono pochi minuti ed ecco che ci colpisce l'orecchio un colpo , di fucile e poi un secondo... mi alzo di scatto, butto là una maledizione al Direttore della miniera e mi precipito fuori ... i soldati sparavano, i minatori rispondevano con lanci di sassi cl1e per la distanza non arrivavano al bersaglio... Tre morti, undici feriti, tra gli operai; qualche ,contuso, tra i soldati». Il Cavaliera riuscì con pericolo della sua vita a ottenere una tregua fra le parti. Il giorno successivo i morti furono seppelliti, poi si riprese il lavoro nella miniera alle condizioni chieste dai minatori. [109] Bibloteca Gino Bianco \
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