Nord e Sud - anno III - n. 23 - ottobre 1956

ripetiamo, in individui nient'affatto sprovveduti di intelligenza, nè pigri o trascurati nella preparazione del <<pensum » giornaliero (ma soltanto di questo!); individui destinati primo o poi ad <<educare», a suscitare negli altri quell'amore per il sapere, quell'p.nsia di vita umanamente piena, quella coscienza di dover essere un elemento propulsore (ciascuno nel proprio posto) della società e della civiltà, che essi stessi mostravano così platealmente di non possedere. Ultimi ad essere raccolti furono i dati relativi all'interesse per lo sport e alla pratica di esso, e alla vita di relazione: dati che, lungi dall'essere marginali rispetto agli interessi che mi avevano mosso a <<scoprire » le mie classi, chiusero veramente il cerchio dell'indagine, saldand,osi ai precedenti risultati per confermare ancora un,a volta la circolarità e l'inscindibilità dei vari atteggiamenti umani. Da giovani studenti sordi ai richiami del mondo moderno sul piano della cultura, non c'era da aspettarsi vivacità di interessi per altre ~anif estazioni della società contemporanea, che presuppongono la v.olontà appunto, o quanto meno il desiderio, di inserirsi in essa. È infatti comprensibile che il bracciante e l'operaio generico dedichino le loro energie, nelle ore lasciate libere dal lavoro quotidiano, unicamente allo sport e alla vita delle associazio11i,senza provare il bisogno di un'attività intellettuale di livello superiore, perchè questo è il loro modo di partecipare ad un certo tipo di <<umanesimo >> e quindi di << cultura » ; è invece assai difficile, per motivi che attingono la sfera della psicologia, che. l'individuo che ha possibilità di commercio durevole con quella più alta forma di cultura che è l'umanesimo della filosofia, dell'arte e della scienza, provi interesse reale per l'altro più elementare umanesimo, se non ne ha per questo che è il suo. E infatti i miei ragazzi in buona misura asserirono sì di « seguire » tale branca della vita moderna: il 39% (quasi tutti maschi) affermò di leggere, poco o tanto, la stampa sportiva, il 65% (i nove decimi dei maschi, i cinque decimi delle signorine) di provare interesse per le vicende di qualche sport (in testa il calcio, inaicato dal 46% degli allievi; assai distanziato il ciclismo, col 10%; percentuali minime ebber.o altre attività agonistiche). Ma questa loro partecipazione indiretta alla vita sportiva o era fiacca curiosità, o prendeva la forma irriflessa ed elementare di un « tifo·» genericissimo e neppur be11e informato. (Si rammenti ìl modestissimo posto occupato dalle manifesta- [103] Biblòteca Gino Bianco

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