professionale, non rinuncia ad essere umanistica, si poteva sper~re qualcosa di meglio: dal 'lunghissimo elenco di film citati esulano de.l tutto quelli che negli ultimi anni hanno detto qualcosa di nuovo nel campo dell'arte cinematografica, che hanno suscitato discussioni per un motivo o per un altro, che hanno anche soltanto agitato problemi morali, sociali, politici, religiosi. Il che non significa necessariamente che essi non siano stati visti; significa però che, se furono visti, non lasci.arono traccia alcuna nello spirito del giovane spettatore: il che equivale a dire, che il giovane spettatore i1on era preparato a riceverli, a capirli, ad apprezzarli, o alme110 a rise11tir11el'efficacia: questo è il grave. Furono invece ricordati film vecchissitni, come « La maschera di cera », che circolano ancora nelle sale dei piccoli paesi, o nella banlieue dei grandi agglomerati urbani, ove estasiano le fantasie dei pubblici di provincia (la « provincia » è una dimensione spirituale, prima ancora che geografica; è presente anche 11ellc grandi città, specie dove per la mancata industrializzazione non è giunto il senso della vita moderna). Come spettatori di film, i più anziani tra i miei studenti non si comportavano diversamente dalla piccola borghesia non umanistica e dai ceti di ancor più modesta levatura culturale, paghi di assistere agli spettacoli per puro passatempo, o per averne solleticate e incoraggiate le proprie fantasticherie. Come si vede, non· ci sono compartimenti stagni nella vita della cultura; e al tipo delle letture corrispondeva la q~alità dei film. La TV è giunta a Napoli e nella Campania solo nel dicembre 19S5; ma vi ha incontrato grandissimo favore. Lo spettacolo del quiz ha avuto - in particolare un effetto prop,agandistico pr,odigioso. Eppure, nella seconda metà di maggio 1956 ancora il 20% degli allievi dichiarava di non assistere << mai >> agli spettacoli televisivi. In coloro che vi assistevano, la periodicità era per lo più settimanale: né è difficile indovinare il perchè. Tra gli spettacoli preferiti il « Lascia o raddoppia » totalizzava il 60% delle indicazioni; seguivano le riviste (15%), le trasmissioni sportive (7,5'%),· quelle musicali (6%), il teatro di prosa (5%); il 15 per cento andò agli spettacoli di contenuto vario che non si possono classificare in modo rigido. (Anche qui taluno diede più di una risposta). Il 10% aggiunse di assistere alla 1'V in casa propr~a, gli_altri fuori. Non si discostano gran che da questi i gusti in fatto di audizioni radiofoniche. Già riferimmo sull'attenzione prestata al giornale radio; tra ... [100] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==