Nord e Sud - anno III - n. 22 - settembre 1956

aspettative già destate dal soggiorno italiano del Ministro dell'Economia Erhard. Il comunicato finale sui colloqui tra i due capi di governo suona promettente dal punto di vista economico; ci sia permesso tuttavia di rileggere insieme i passi salienti, sottolineando alcuni punti che meritano particolare . attenzione:. cc ••• sono stati esamina ti i metodi migliori iper intensifi,care la collaborazione econon1ica tra i due Paesi, nel quadro degli sforzi che i due governi stanno compien•do per raggiungere l'integrazione econoniica dell'Europa ... E' stato deciso di istituire ,uina 1 ooonttnissione italo-tedesca di cooperazione economica, 1composta di delegati governativi e di perso~ nalità del mondo economico, col compito di studiare e 1presentaire ai due governi ,precise proposte cir,ca le misure concrete da 1prendere per sviluppare la mn.1 tua coJlaborazione. Il c;overno Federale, ,cornvinto che l'attuazione del programma deicenna1 le per lo sviluppo economico dell'Italia è un probleim•a d'interesse generale europeo, ha riconferniato il suo interessamento e il suo appoggio, già manifestato tra l'altro nelle organizzazioni interna- ::.ionali di cooperazione economica. In ta1e quadro ha annunciato che è disposto a dare • il suo contributo per l'attuazione di alcune proposte di 1 collaborazione teanica. In aiutunno un'apposita commissione teonica si riunirà iper studiare le possibili soluzioni di taluni problemi di ,carattere patrimoniale e finanziario, che so,no da tempo pendenti ». Letto così, il comunicato si presenta come una dichiarazione piena di 'iimpatia per i problemi italiani, ma estremamente prudente nel prospettare passi concreti per un intervento economico in Italia. Tale è anche l'atteggiamento del Governo Federale Tedesco, e per ben fondati motivi. Già il Ministro Erhard aveva avuto, sia durante il suo viaggio in Italia nel novembre scorso, come pure al suo ritorno in Germania, calde parole d'incoraggiamento per gli ambienti industriali e finanziari tedeschi affinchè i11tervenissero nel Mezzogiorno, non solo per puro idealismo, ma anche per i vantaggi cl1e potevano derivare all'economia tedesca dall'apertura di un nuovo mercato, finora assai poco sfruttato e tuttavia caratterizzato dall'impegno del Piano Vanoni, nonchè dall'abbondanza di manodopera locale. A suo avviso era « necessario aumentare il potere d'acquisto del Mezzogiorno »; egli considerava un intervento dell'economia tedesca « assolutamente raccomandabile » : « capitale esuberante troverebbe ivi buone possibilità d'investimento ». Al di là di queste raccomandazioni, però, l'attività del Ministro 110n ha dato molti frutti, e non per sua colpa. È difficile per un governo tedesco fare una qualsiasi politica d'intervento soprattutto a favore di un altro Stato: anche nelle recenti riduzioni daziarie, i tagli sui dazi per frutta e verdure, che avrebbero potuto interessarci, sono stati ben lievi, a causa delle fiere proteste dell'agricoltura tedesca, cl1e già rinfaccia a Erhard, per esempio, l'invasione delle mele dell'Alto Adige, a scapito dei locali coltivatori di frutta. L'unica occasione in cui il governo di Bonn l1a potuto finora dire una [SI] BiblotecaGino Bianco

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