concreto crede il Turco che le nostre industrie produttr ici di beni strumei1tali possano battere la concorrenza di quelle tedesche o americane dal momento che hanno il vantaggio di caricare le merci di costi di trasporto pit1 bassi? Non ho la competenza necessaria per affermarlo perentoriamente; ma credo di no. Sarei però lietissimo se mi si dimostrasse, tabelle alla mano, che ho torto. E sarebbe del resto istruttivo, non solo per me , ma per tutti; poichè sarebbe ben il momento che una questione del genere si cominciasse a trattare con la dovuta documentazione. E prego di non v edere in queste proposizioni altro che un invito al Turco, di cui apprezzo la cultura e l'ingegno, a riimboccarsi le maniche e a darci quegli studi d i cui avremmo tanto bisogno. Vorrei però aggiungere che il Turco si fa forse una grande illusione sui regimi « forti » dei paesi che si sono « rivoluzionati », quando afferma che essi sono coercibili ad una politica di austerità in virtù della quale gli sforzi sarebbero tutti concentrati sull'acquisizione all'est ero di beni strumentali in vista di maggiori e più duraturi benefici per l'a vvenire. L'esperienza dei paesi del sud-est asiatico non sembra dar molto alimento 1 a siffatte illusio111i,e non ne ,dà neppure l'esperienza egiziana. Dopo tutto, abbiamo potuto ben vedere che le armi il colo,nnello N~ser le ha com·perate subito, e i cannoni cecoslovacch,i• e i carri armati e gli aerei ru ssi hanno potuto far pìù 1bella la parata del Cairo. E eh.e quanto a!l resto (digh e, industrializzazioni, riforma agraria) siamo, ancora nel regno dei buo ,ni propositi. Comunque, armi o non, il problema del nostro commercio coi paesi del Medio Oriente sta nei termini che si sono detti sopra: e aggiungerò subito che non ho nessuno scrupolo moralistico verso una politica di dumping. Ho solo questa assai più semplice avversione: quella d i contribuente italiano che non è disposto a pagare per una politica di dumping nel Medio Oriente, dal momento che un surrogato del Medio Or iente l'ha in casa. E taccio dell'avversione che potrei avere in quanto meridi onalista. Finalmente un'ultima osservazione vorrei fare al Turc o per quel che egli dice di N asser. Quando si afferma che non si sente ne ssuna solidarietà per Nasser si protesta, da buoni democratici che credono ne l valore della libertà umana, innanzi ad un qualsiasi dittatore che gioca ad ero e e che è stupito egli stesso del credito che gli viene generosamente dato. Questo e non altro. Il resto, voglio dire il modo come Turco pone le alternative, è un modo erroneo di ragionare politicamente. Il Turco stesso se ne renderà conto, se vi riflette un istante: poichè v'è storicismo e storicismo: e lo storicismo di chi si trincera dietro il fatto che N asser rappresenta un progresso su Faruk è dello stesso tipo (non dico che sia lo stesso, per carità, ma è certamen te dello stesso tipo) di quell'altro storicismo, che credeva di trovare nella fi nta efficienza del fascismo un progresso sul cc putrefatto » regime liberale che il fascismo aveva distrutto .. ' FEDERICO Gozzi [125] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==