Nord e Sud - anno III - n. 19 - giugno 1956

Più efficace risultò la legge del 15 luglio 1900, che consentì la spesa di oltre 38 milioni, grazie a un più largo intervento dello Stato nell'assegnazione dei co,ntributi. Però la massima parte delle opere andò all'Italia settentrionale e la minima toccò al Mezzogiorno, che ne aveva più bisogno. ln circa trent'anni i 2500 Comuni dell'Italia meridionale contrassero soltanto 217 mutui s11i 1500 concessi, per un importo di poco più di dieci milioni sugli ottanta spesi. Si cercò di sanare questa sperequazione adottando, con la legge del 15 luglio 1906, provvedimenti a favore dell'Italia centrale e meridionale. Furono distribuiti 33 milioni; con il che si stabilì in parte l'equilibrio per i Comuni dell'Italia centrale, ma rimase del tutto insoluto il probblema di quelli del Mezzogiorno. La legge del 4 giugno 1911 che, almeno nelle intenzioni dei proponenti, doveva apportare un rinnovamento radicale nel settore dell'istruzione primaria, dispose nuovi :benefici a favore degli Enti « obbligati >> al1' edilizià scolastica. I risultati furono notevoli: in poco più di vent'anni, 11onostante l'arresto prodotto dalla guerra '15-'18, furono accordati m11tui per effettivi 140 milioni. Di questa legge sono ora da rilevare due disposizioni, che costituiscono un interessante precedente per i criteri ai quali s'ispira la proposta di un Ente per la costruzione degli edifici scolastici. Una riguardava la ripartizione tra le varie province delle somme da mutuare, sempre con l'intento di evitare la sperequazione, a tutto danno del Sud, verificatasi con l'applicazione delle leggi precedenti. Fu così stabilito il principio (che rimase soltanto teorico) che ogni provincia doveva usufruire dei fondi che le erano · stati assegnati. Fu, poi, sancita l'obbligatorietà della costruzione delle scuole, con la comminatoria della sostituzione dello Stato alle Amministrazioni . Comunali inadempienti. È significativo rileggere oggi, dopo oltre trent'anni, ciò che fu scritto a tal riguardo, nel 1923, nella relazione sull'edilizia scolastica della Direzione generale per l'istruzione primaria: • ,~Non occorre rilevare tutta l'impo,rtanza di tali disposizioni, ove si tenga conto che esse trovano la loro ragione nella necessità di svegliare i dormienti purtroppo ancora numerosi. Alla mancanza d'iniziative locali, ove fosse riconosciuta necessaria la casa della scuola, la legge vo,lle si rimediasse con l'intervento diretto dello Stato, ossia con la costruzione coatta. [21] Bibloteca Gino Bianco ..

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