b) H01 sempre ritenuto che la via italiana al socialismo dovesse essere una via democratica, nel senso dJi una sempre più larga ed effettiva parteci:- pazione delle masse alla direzione della vita politica del Paese: si de~,e a me, che ero relatore alla Costituente su questa parte, quel capoverso dell'art. 3 della nostra Costituzione, che il prof. Calamandrei ha de,fìnito la chiave dJi volta dell'ordinamento democratico italiano. e) Ciò esclude per se stesso un orientamento operaistico o m(l)Ssimalistico; e io ho infatti sempre sostenuto la necessità di va.ste alleanze, non occasionali, non puramente tattiche, non frutto di machiavellismo, ma proprio dirette alla edificazione dello stato democratico italianio così come è previsto dalla Costituzione, a cui mi onoro di aver dato il m1 Volcontributo. Potrei citare in propdsito infiniti miei scritti, come l'articolo già citato del 26 no~ vembre 1947, come l'altro « Alleanze e coniquiste » apparso! nell'Avanti! del 7 luglio 1949, come l'Essai sur l'alliance du prolétariat et des classes moyennes pubblicato nel fascicolo luglio-agosto 1951 di Cahiers Internationaux, come pure numerosi altri scritti raccolti nel volume Due Totalitarismi (Garzanti~ 1951). Del resto fu per mia iniziativa ,nel periodo in cui ero segretario generale del PSI, che si realizzò la confiuenza del Par.tito d'Azione, che non fu certo un'operazione nè operai,stica nè massimalisttica nè altrimenti estremistica. d) L'analisi storica della situazione italiana m,i ha però 1portato a concludere che lo Stato italiano, così come è venuto fMmandosi, è strut1turalmente incapace di reale vita democratica, e che se nion si scuote il domi•nto dei gruppi dirigenti e non si modificano profondamente alcuni aspetti della società italiana, non è possibile avviare il Paese non dico verso il sociali'smo, ma neppure ve't1souna reale democrazia. Questi con.cetti ho sviluppato in due libri, e cioè oltre il già ricordato Due Totalitarismi, l'altro sul Colpo di Stato di De Gasperi (Civiltà, 1953), e, più recentemente, in un saggio pubblicato nella rivista francese Esprit nel numero dedicato lo scorso anno all'Italia, e in un altro ora in corso di pubblicazione su Mondo Operaio. Non giova pertanto che io mi ripeta o mi riassuma. Ma si inseriscono proprio qui, in questa disamina della vJituazione italziana, alcitni miei motivi di dissenso dalla linea ufficiale del mio partito che Stono talvolta affiorati e da un esame superficiale dei qua~i è derivata l'accusa di estremismo. Coere'ntemente infatti alle mie posizion.i, io1 ho sempre ritenuto e ritengo che un'alleanza con i ceti~dirigenti che sono responsabili di avere soffocato in Italia lo svililppo democratico no'rn sia la via migliore per questo sviluppo: perciò mi sono sforzato a suo tem,p,o di mostrare i limiti insopprimibili della politica cosiddetta di un.ità nazionale, cioè dJi u'rn'alleanza indisicriminata che, se anche giustificata per cause bel~z 1che, non poteva avere, come rion ebbe, vitalità successiva) e mi sono sforzato di sostituirvi [95] Bibloteca Gino Bianco
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