150 lire. In queste stradette, tr,asformate in sudici vicoli, i dormitofl vengono indicati per numeri, come le case chiuse. E ve ne sono diversi: in genere contengono 20 letti ognuno, su cui dormono dalle 30 alle 40 per-- sone in mucchio, anche due per letto, uno a capo, uno ai piedi. I dormitori chiudono a mezzanotte, ma alcuni inquilini, quelli che si sono fatti furbi, riescono a rientrare anche alle ore piccole. All'alba, dal dormitorio sgusciano nelle strade. Raggiungono i Mercati Generali ove, scarica11do camion di frutta e di verdura per alcune ore, guadagnano dalle 400 alle 500 lire; oppure vanno alla stazione centrale, Porta Nuov1 a, ad attendere i treni, per trasportare i bagagli dei viaggiatori; oppure vanno ad aspettare gli appaltatori stradali a Porta Susa. Gli appaltatori arrivano coi carri attrezzi, scelgono i più pres~nti, li imbarcano e • • p.01 via. Ma v'è un'altra via per coloro che la città respinge: quella delle campagne piemontesi. Ho parlato con dei giovani calabresi scovati in una osteria nei pressi di Porta Palazzo. Mi hanno detto che, giunti a Torino con un mucchiò di speranze, hanno presto compreso di aver fallito, e aspettano oria l'autunno per tornarsene alle loro case, nel Sud. Ma qualcuno gli ha fatto intendere che esiste un <<mercato per garzoni». C'è sempre qualche « cugino» che impresta loro i pochi soldi per raggiungere in <<accelerato» il mercato. Una volta assunto, il garzone farà di tutto: governare le bestie, lavorare sodo la terra, aiutare i padroni nelle faccende domestiche; spesso dorme nel fienile. Il salario è di 70 mila lire per stagione (marzo-ottobre), e la somma viene pagata alla fine della prestazione. Di meridionali come s'è detto, sono pieni i dormitori pub'blici e privati che a Torino sono forse cento o duecento o duemila; non è stato mai possibile fare una statistica esatta. E del resto questa statistica non servirebbe, perchè in essa non verrebber.o incluse le locande, gli alberghetti dall'ambigua o onesta facciata, le soffitte concesse Pi poveri dagli <<usurai della miseria», ,certe baracche e certe autorimesse e certi scantinati e certe carbonaie. La città, vista dal 'basso, offre una geografia di str,ade e alloggi e intercapedini che lasciano col fiato sospeso. C'è tutto un pop.olo imprecisato che si nasconde in questa notte deìla città, ai confini della legalità e [82] Bibloteca Gino Bianco
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