Nord e Sud - anno III - n. 18 - maggio 1956

turale nell'Europa meridionale. Ciò è dovuto, come è noto, principalmente alla difesa del mercato nazionale del lavo,ro da parte dei sindacati locali; ostacolo che, sempre secondo il Rapporto, è ancora più difficile da smantellare di quanto non sia il controllo sulle importazioni delle merci. La realtà attuale costringe pertanto a ripiegare sulle trattative bilaterali, nel campo europeo, con i diversi Stati che, per l'attuazione della politica del pienol impiego, hainno bisogno -di personale tecnico e di operai specializzati. I recenti accordi di emigrazione con la Francia (1950-1951 ), con il Belgio (1954), con il Lussemburgo (1952), quelli sulle assicurazioni sociali con l'Austria (1953) e 1a Gran Bretagna (1951-1953), rappresentano appunto queste necessità e prealllilunziano possibilità di più vaste intese a carattere multilaterale. L'accordo di emigrazione del dicembre 1955 con la Germania viene ben ultimo, ma contiene qualcosa di nuovo, che lo distingue da quelli precedentemente stipulati. Nel preambolo dell'accordo è detto: « Il Governo della Repubblìca Federale di Germania e il Governo della Repubblica Italiallla, nel desiderio di approfondire e di stringere sempre più nell'interesse reciproco le relazioni tra i popoli, nello spirito della solidarietà europea, nonchè di consolidare i legami di amicizia esistenti fra 1oro; nello sforzo di realizzare un alto livello di occupazione della manodopera ed un pieno sfrutta-- mento delle possi{bilità di produzione; nella convinzione che questi sforzi servono l'interesse comune dei loro popoli e promuovono il loro progresso ecnomico e sociale, hd.nno stipulato un Accordo per il reclutamento e collo·camento di manodopera italiana nella Repubblica Federale di Germania». È la prima volta che nella storia di trattati del genere si accenna ad uno spirito di solidarietà europea e che si collega il problema della manodopera a quello delle possibilità di sviluppo dei paesi donde tale mainodopera proviene. Inoltre, il problema è considerato nell'interesse reciproco: l'emigrazione cioè non è più considerata nel quadro di contrastanti interessi tra paesi di emigrazione e paesi di im1nigrazione, n1a nel quadro di interessi comuni. Essa, quindi, non viene più ·considerata uno stimolo pericoloso di concorrenza ai lavoratori dei paesi europei sviluppati, ma piuttosto come un'ulteriore fonte di ricchezza. L'aver compreso questo significa avere accettato implicitamente il pastulato che l'emigrazione tra i paesi europei è una condizione essenziale per lo sviluppo economico dell'Europa; e pertanto si comprende che l'Accordo in parola può rappresentare un sensibile passo avanti . su questa via. L'Accordo Italo-Tedesco elimina il pericolo dell'opposizione dei sindacati all'immissione di lavoratori italiani nel timore che questa possa dar luogo a un'azione depressiva sui salari; in quanto è pre,,isto che uguale salario sarà corrisposto per le stesse categorie di lavoratori locali. Del resto, l'afflusso dei profughi dalla Germania Orientale, completamente assorbito dall'industria [47] BiblotecaGino Bianco

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