Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

• I lici, di questa chiesa di antichissima origine (era la più antica parrocchia • di Napoli) non rimangono che alcune strutture e, ancora intatto, il bel- . lissimo portale di derivazione toscana. La devastazione del complesso è stata aggravata dalle continue ruberie, finite solo quando si è esaurito il materiale da esportare (è stato rubato anche il rivestimento d'argento del tabernacolo), ed ora l'interno è trasformato in un gigantesco letamaio per il continuo apporto di rifiuti da parte dei vici11idall'alto delle finestre; rifiuti che oltretutto non s.ono mai stati rimossi, con le conseguenze facilmente immaginabili. Quanto ai due ingressi alla chiesa, essi sono da lunghi anni impraticabili: e così il bel portale del Rinascimento marcisce tra i rifiuti di ogni sorta ed è continuamente affumicato dai fuochi che i vicini accendono sulla soglia. Sarebbe difficile per gli organi competenti discolparsi validamente per la mancata risoluzione di questo caso scandaloso, nè essi possono addurre a loro discolpa l'ingente numero di simili casi da risolvere, perchè non si doveva trascurare questa chiesa, importantissima, ed in posizione così centrale, particolarmente bisognosa dei lavori di restauro sollecitati continuamente dal parroco. Questi ci ha detto -di aver scritto e lottato contro tutti e con linguaggio che, a giudicare dalle parole ~on cui si esprimeva, non doveva essere tra i più ortodossi: dopo. che Sovrintendenza, Genio Civile, Sindaco e Prefetto sono stati inutilmente da lui sollecitati ad intervenire, egli si è rivolto all'Istituto di Igiene con. la motivazione che << d'estate la chiesa è un vero n.ido di topi e di insetti che attentano seriamente alla sanità pubblica ». Ma anche lì non sembra che egli ab.bia trovato maggior comprensione. A nostro parere la chiesa andrebbe conservata e restaurata, con particolare cura per il prezioso portale, che è certamente ancora recuperabile. In condizioni non troppo dissimili versa la chiesa di S. Maria della 1 Pace, presso l'omonimo ospedale, dove però, a detta del custode, già da molti anni c'è gente che viene, guarda, misura, fotografa, ma nessuno fa mai niente per rimediare allo stato di rovina interno e sgombrare definitivamente i barbacani che occupano per metà la strettissima via. E similmente si chiede che trovino una soluzione ai loro problemi chiese come S. Nicola dei Caserti, dove un bellissimo·pavimento di mattoni smaltati del '700 è condannato a sicura rovina, sepolto da cumuli di macerie e disgregate da una vegetazione parassitaria abbondan~emente innaffiata dalla pioggia che penetra dagli ampi squarci delle volte, mentre [89] . . i lioteca Gino Bianco

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