Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

• ,babilmente, almeno per diversi anni ancora, a crescere in misura inferiore al saggio di incremento dell'assorbimento di prodotti siderurgici nel No~d. Perchè il divario nei consumi di acciaio tra Italia Settentrionale e Meridionale non co11tinuia crescere occorre non solo un ulteriore incremento dei trasferimenti di reddito - ad opera dello Stato - dal Nord al Sud, ma un diverso impie·go delle risorse addizionali destinate alle regioni meridionali, sicchè in queste ultime la struttura degli investimenti tenda ad avvicinarsi a quella che si ha attualmente nell'Italia settentrionale. L'esperienza ha ormai dimostrato che il processo di industrializzazione non può ·· essere rinviato ad una fase successiva alla risoluzione dei problemi che condizi9nano l'ambiente, ma che è l'industria stessa che può efficacemente concorrere alla creazione di condizioni ambientali favorevoli ad ulteriori sviluppi. Si è d'altra parte avuta la conferma che, anche quando l'opera di preindustrializzazione sia già bene avviata, l'iniziativa privata è riluttante ad impegnarsi nella creazione di nuove imprese industriali; sopra tutto poi per quanto riguarda l'industria meccanica, il settore cioè che meglio si presta per promuovere localmente il processo di sviluppo economico e dare un'occupazione stabile - proporzionalmente ai capitali investiti - a maggiori aliquote di mano d'opera. Anche attualmente, infatti, la quasi totalità delle maggiori imprese metalmeccaniche del Sud, che sono il nerbo dell'unico importante centro industriale esistente nel Meridione, appartiene allo Stato. Si pone così l'esigçnza di un massiccio intervento dei poteri pub,blici centrali per sollecitare lo sviluppo industriale del Sud sia in forma diretta, assu.mendo lo Stato la responsabilità di nuove imprese, sia con il perfezionamento dei congegni atti a stimolare l'iniziativa del capitale privato. È questo il corollario di quell'istanza per ; un'ulteriore intensificazione del processo di redenzione economico-sociale del Mezzogiorno che costituisce l'aspetto più interessante del Piano decennale per lo sviluppo dell'occupazione e del reddito, noto come << Piano Vanoni ». "Q"nodegli obiettivi del Piano è ~atti di portare il reddito complessivo del Mezzogiorno ad un livello superiore del 118% a quello del 1954. La cadenza più accelerata prevista per lo sviluppo economico del Sud rispetto alle altre regioni d'Italia è indicata dal fatto che la incidenza del · reddito del Mezzogiorno su quello nazionale passerebbe dal 21% al 28%. [81] Biblioteca Gino Bianco

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