I sere agevolate dai miglioramenti che certi organismi operanti nel settore siderurgico hanno introdotto recentemente nelle loro rilevazioni statistiche. , Già attraverso l'elaborazione dei dati dispon.ibili si possono indivil duare, nelle fasi del processo di sviluppo e nella struttura qualitativa_del consumo di acciaio nel Mezzogiorno, alcuni aspetti particolari; aspetti che possono considerarsi peculiari ad un'area depressa, in un Paese che, complessivamente, per la situazione più progredita di altre sue regioni, abbia un grado abbastanza elevato di industrializzazione. Sotto l'aspetto quantitativo, più che il basso livello del consumo di acciaio - ovvia caratteristica di qualsiasi regione o Paese a scarso sviluppo industriale e con bassi redditi individuali -, interessano le differenze che la dinamica dell'assorbimento dei prodotti siderurgici da parte del Mezzogiorno sembra rivelare rispetto allo sviluppo del consumo di acciaio ., nel resto del Paese. Una prima osservazione può concernere la misura dell'espansione del consumo di acciaio nell'Italia del Sud. In quest'area l'assorbimento di pr01 dotti siderurgici è venuto aumentando, come nel resto del Paese, in va- · lore assoluto; ma l'incremento è stato proporzionalmente ben più elevato nel Nord. Conseguentemente, la parte avuta dal Mezzogiorno nel consu- · mo apparente complessivo di acciaio ha subito una notevole diminuzione. Dal 200/4circa nel 1932 è passata al 14% nel 1937. Dopo aver raggiunto livelli miBimi nel 1942 (meno del 100/4del consumo nazionale) e negli anni immediatamente successivi al conflitto mondiale, la partecipazione del Mezzogiorno all'assorbimento di prodotti siderurgici in Italia è ve-, nuta risalendo con il completamento del processo di ricostruzione, senza, peraltro, raggiungere il livello ~i anteguerra. In un secondo tempo sarebbe venuta nuovamente declinando. Un'altra non meno importante caratteristica che la stessa indagine consente di rilevare è il grado ben più elevato di variabilità del consumo nel Mezzogiorno rispetto al resto dell'Italia. Nel periodo 1932-1942 il coefficiente di variazione è risultato infatti 33,2 nel Sud contro 13,0 nel- • l'Italia del Nord. 1 Questa differenza, così come il regresso relativo dell'assorbimento di [71] Biblioteca Gino Bianco
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