Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

Alla nostra tesi, e cioè che per « industrializzare » il Mezzogiorno no11 è sufficiente promuovere lo sviluppo delle « modeste attivit~ artigianali e industriali », bensi è necessario promuovere l'insediamento delle « ind,ustrie produttrici di beni: strumentali », lo Zuccarini ha replicato opponendo una perplessità: « per chi, domando io, se non si aumenta prima il numero di coloro che se ne potrebbero e dovrebbero servire? ». Alla quale potremmo a nostra volta rispo,ndere con una perplessità analoga, parafrasando il nostro illustre contraddittore: incrementare e sviluppare le modeste attività artigianali e industriali, sta bene; ma per chi, se non si aumenta il numero di coloro che se ne potrebbero e dovrebbero servire (vale a dire: se non si aumenta il reddito disponibile per l'asso•rbimento della maggiore produzione di quelle attività, creando nuovi posti di lavoro)? Perchè evidentetnente, anche se un potenziamento di quelle attività adducesse ad un incremento dei posti di lavoro nel loro ambito, questo non potrebbe mai esser tale da assicurare quell'incremento del reddito necessario ad assorbire in.tegralmente l'incremento della produzio 1 ne! Abbiamo voluto sottolineare le parole « anche se », perchè uno sviluppo delle attività di cui si diceva - stanti le condizioni in cui attualmente esse sono svolte nel Mezzogiorno - non potrebbe verificarsi altrimenti che nelle forme di un accentuato ammodernamento tecnologico degli impianti e dei processi produttivi: adducendo, di conseguenza, ad un'ulteriore. liberazione delle forze di lavoro anzichè ad una assimilazione delle forze disoccupate. È noto in qual modo gli incrementi della disoccupazione recati dalla progressiva e necessaria sostituzione del lavoro umano• con il lavoro meccanico, possano venire riassorbiti da un sistema produttivo, assieme alle nuove leve che continuamente premo•no sul mercato del lavoro. Se volessimo riassumere il processo in maniera schematica ed approssimativa, potremmo dire che, di fro,nte alla disoccupazione p•rodotta dal progresso tecnico in un determinato tipo di industrie, sta - in fasi non tutte immediatamente successive di tempo - una maggio-re domanda di lavoro umano in tre settori distintii: I) nel settore delle industrie chiamate ad aumentare la pro,duzione dei beni strumentali destinati a soddisfare la maggiore richiesta di tali beni da parte delle industrie ammodernatesi; 2) nel settore dei' servizi, i quali si moltiplicano e si accrescono man mano che aumenta l'i1ndice del progresso industriale; 3) nel settore delle stesse i11dustrie soggette all'ammodernamento, quando - grazie alla maggiore produttività determinatasi, e quindj all'elevazione del reddito medio e della domanda - esse dovranno a11mentare la produzione. · Orbene, è chiaro che, sin quando il l\1ezzogiorno non sarà dotato di industrie produttrici di beni strumentali, soltanto una minima parte delle sue forze di lavoro disoccupate potrà tornare ad essere impiegata nel Mez- [64] Biblioteca Gino Bianco

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