Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

' ' che vede nel movente economico l'unico motore della storia e dell'evoluzrone dei popoli, siamo ben convinti che è impossibile, allo stato attuale delle cose, ·operare un'integrazione tra civiltà meridionale e civiltà occidentale s~nza ·passare attraverso l'integrazione delle ~trutture economiche e, quindi, senza far partecipe il ~Iezzogiorno della civiltà industriale. Siamo certi che nessuna di quelle libertà che sono al fondamento delle civiltà occidentali - nè la libertà politica, nè la libertà civile, ,nè la libertà culturale - potrà essere effettivamente acquisita e durevolmente assimilata dalle popolazioni meridionali, se prima ad esse non venga garantita la libertà dal bisogno. Nessuno vuole qui mettere in dubbio la preminenza dei valori spirituali, o comunque li si voglia indicare, nei co,nfronti dei valori primordiali dell'esistenza: ma non ci sembra di asserire alcunchè di eretico - quale si sia il « credo,, donde muova il giudizio - se asseriamo che vana pretesa sarebbe quella di educare ed elevare gli animi, di quanti da generazioni non conoscono altro problema che quello dell'esistenza quotidiana, senza inizialmente provvedere ad affrancarli dalla fame e dalla miseria. In questo senso, dunque, consideriamo il problema dell'industrializza- • zi'one problema fondamentale. E dedurre da questa considerazione, come ancora fa lo Zuccarini, che tale problema dovrebbe « quindi, logicamente, anteporsi a quelli stessi della trasformazione agricola, delle opere, delle infrastruttu~e, delle condizioni di ambiente e di vita », è, quanto meno, gr:ttuita illazione. Vano ed ozioso è discutere di anteporre o di posporre: è necessario ripetere ancora una volta quanto su Norrf, e Sud innumerevoli volte è stato scritto, e cioè che si tratta di coordinare le soluzioni di questi problemi in funzione dell'industrializzazione? È necessario ripetere che scuole, infrastrutture, opere, trasformazioni agricole saranno utili se e soltanto se un adeguato sviluppo industriale consentirà di utilizzarne il « prodotto», ponendosi a sua volta come fattore di un'ulteriore diffusione delle scuole, delle infrastrutture, delle opere, delle trasformazioni agricole? A questo punto, poi, si pongono immediatamente i quesiti' concernenti le modalità di attuazione dell'opera di industrializzazione. Sovente è proclamata, ad esempio, la necessità di attenersi alla « naturale configurazione economica » del Mezzogiorno. Dell'argomento abbiamo già avuto occasione di occuparci a proposito dei « doppioni », nel numero precedente di Nord e Sud: e ad esso rimandiamo per la spiegazione dei motivi che ci inducevano a sostenere come tale convenienza debba « esser valutata con criteri dinamici, prospettici, generali: non già statici, immediati', particolaristici », se non si , vuole perdere di vista l'obiettivo da raggiungere. Pensiamo tuttavia che sia opportuno approfondire le ragioni che fanno apparire insufficiente un'azione propulsiva delle sole « iniziative locali », e vacillanti gli argomenti addotti in favore di questa azione. [63] Biblioteca Gino Bianco

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