.. di Milano 11295 abbonati. Si tratta di uno dei tanti traguardi raggiunti dal « Piccolo » milanese nell'anno in cui si compie il suo primo decennio di vita; ma per noi si tratta del traguardo più significativo. Perchè l'opera. dei Piccoli Teatri va valutata soprattutto sul piano organizzativo ed essi significano e patranno significare qualcosa nella storia civile, ·prima che tea~· trale, del nostro paese, se avranno guadagnato al teatro di prosa e quindi a certi livelli di cultura, ambienti che fino-ra ne sono stati lontani. Il loro successo sarà valido e proficuo solo nella misura in cui essi riusciranno ad essere organismi capaci di inserirsi nelle singole realtà cittadine, preoccupati di agganciare la loro azione a quella di tutti gli altri ambienti culturali ed economici delle città. Perchè una saggia p·olitica culturale in genere, e • I teatrale in particolare, non può avere riuscita alcuna se no•n è diretta alle scuole, con i loro ~aestri, i loro p·rofessori, i loro scolari, alle Università con i loro docenti ed i loro allievi, ai circoli aziendali delle piccole, medie e grandi· industrie, a tutta quella parte della burocrazia che non può essere sorda a certi motivi. Su questo piano - che è poi quello che oggi soprattutto· importa - le ·compagnie di giro, 'al di là di ogni polemica, che non ha alcuna ragione di essere, non posso.no esercitare nessuna funzione e si rivelano. tagliate fuori dalla concreta opera di organizzazione della scena di prosa. Il Governo, che finora ha mostrato di ignorare completamente questa prospettiva, dovrebbe finalmente decidersi ad averla presente 11ell'elaborazione· 4ella nuova legge per il teatro, anco-ra incredibilmente allo studio; e d~ vrebbe, oltretutto, averla p·resente per decidersi alla costituzione del Ministero dello Spettacolo, Sport e Turismo, da più parti, e per più Lii una valida ragione, costantemente richiesto, e che pure era nei programmi che· portarono alla formazione del .Governo Seg•ni. Il parere delle categorie interessate - che fra l'altro ignoriamo quale sia - conta· fino ad un certo punto, per chi come noi è convinto che la cancrena dell'organizzazione attuale della so.cietà italiana sia quella delle « categorie interessate », qua,nto a dire della struttura e dell'organizzazione corporativistica dì- certi interessi. ~er stare al nostro tema è fin troppo chiaro che il problema del teatro nel Mezzogiorno non può ridursi agli interessi degli impresari, degli attori edei registi; un problema co•mequesto, che è problema di vita civile e morale, prima an,cora che di: politica culturale, chiama in causa tutte le am1nlinistrazioni e tutta la stampa ·del Sud; buo,n per loro se gli inviati speciali della .grande stampa del Nord si accorgeranno un giorno anche di questo. Naturalmente in quest'opera di lenta penetrazione i Piccoli Teatri no•n possono, nè devono prescindere· dalla formazione attenta e consapevole di un repertorio, perchè esso è certo uno dei metri per valutare quell'azione di politica culturale profondamente impegnata, che ad essi si richiede. E qui, di fronte, al cartellone .del « Piccolo » di Palermo, più duttile ed aperto nella sua [60] Biblioteca Gino Bianco
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