Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

f . sostanzialmente indifferenti.· Non è forse di ieri la ·protesta dei gestori di tutti i teatri meridionali, che lamentano la· continua assenza ·di compag·nie· dalle loro sale? Indubbiamente la situazione del teatro di prosa ha rag~ giunto al Sud, negli anni del dopoguerra, i limiti dell'incredibilità; ma essa· dopotutto è soltanto la conseguenza di una situazione anteriore, abbastanza· ignorata, anche se tempo fa, Lo $pettatore Critico (n. 3 del gennaio 1955) ebbe a delinearla molto chiaramente. Nel 1938 vi erano 827 teatri al Nord e 62 al Sud; il Mezzogiorno, cioè, aveva soltanto il 7% dei locali di tutta Italia. Nel 1953 i teatri si sono raddoppiati tanto al Nord (1248), quanto· al Sud (126), ma la percentuale resta tuttora sostanzialmente quella del 1938: il Mezzogiorno ha il 7,9% dei teatri di tutto il paese, pur spen-- dendo percentualmente per gli spettacoli tanto quanto il Nord. La politica governativa di questi anni non si è proposto il problema, o, quan-. to meno, se lo è posto in termini inadeguati. Si pensi soltanto ·all'at..:· tuale situazione dell'Ente teatrale italiano (E.T.I.), istituito con decreto· legge nel 1942. L'E.T.I., fra gli altri suoi compiti, avrebbe dovuto riscattare, atquistandoli o affittandoli, i vari teatri comunali della penisola, per poter attivare maggiormente il circuito delle compagnie, che nelle sale di pro-· prietà, o comunque gestite dall'E.T.I., avrebbero pag·ato soltanto il 10% dell'incasso, a fronte del normale 40 o 50%. Ebbene, a tutt'oggi l'E.T.I. dispone di 13 teatri, ma di questi soltanto ~no, il « Verdi » di Salerno, si trova. I .. a sud di Roma. E tutto questo appare ancor più ingit1stificato se si consente, come noi crediamo debba farsi, con la conclusione a cui è giunto un recente e documentato studio sull'incremento delle spese per gli spettacoli. nel ~1ezzogio-rno, particolarmente centrato, però, sugli spettacoli cinema- . tografici. Sulla base qi numerosi dati statistici notava il Ciampi (in Prospettive Meridionali del 15 luglio 1955) « che la vivacità della vita spirituale, la ricchezza morale delle masse italiane delle zone ancora depresse si rivelano ben superiori alle loro condizioni economiche ». In questo quadro più generale, che può riassumersi in un'attesa delle popolazioni, a fronte di una carenza di teatri e di una costante diserzione delle tradizionali compagnie di giro, va inquadrato il sorgere dei Piccoli Teatri al Sud. Se è vero, come noi fermamente crediamo, cl1e la battaglia per il teatro italiano si risolve in una lenta, ma continua e costante opera per la conquista di nuovi pubblici alla scena di prosa, non può sfuggire a nessuno l'importanza dell'apporto che all'esito di questa battaglia possono dare le genti del Sud. Soprattutto sotto questo profilo, il Piccolo Teatro di Napoli per il Sud continentale e quello di Palermo per la Sicilia, sono chiamati a svolgere una grande opera. Per intenderla bene, nei suùi termini più concreti,. noi vorremmo partire da un solo dato:· nell'ultimo quadriennio soltanto la « Pirelli » ha fornito al Piccolo Teatro ·della Città· (59] Biblioteca Gino Bianco I

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