Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

• vita alla data del 7 gennaio I954, dove si nota una palese sproporzione .fra i primi e il secondo eccetto per alcu,ne categorie di alti salariati che rappresentano i veri e propri specializzati. · Ora, non si pretenderà che le migliaia di emigranti italiani che ogni mese sbarcano a La Guaira siano tutti specializzati, o richiesti dall'Istituto Agrario Nazionale, i soli, cioè, che abbiano delle serie possibilità di trovar lavoro e remunerazione sicuri, a parte quei pochi la cui iniziativa individuale sia appoggiata da sufficienti garanzie, quali un atto di chiamata o un contratto di lavoro << reali ». · Abbiamo accennato prima alla cifra di 5-7 mila connazionali disoccu• pati in Venezuela, riportandola da un articolo firmato Franco Pattarino su « Il Giornale d'Italia» del 20 ottobre 1954, non essendo possibile ricavarla dalle stime ufficiali, difettose anche per quanto riguarda il numero effet- , tivo degli emigranti << non assistiti», tra i quali probabilmente si dovrebbe riscontrare la percentuale più alta di disoccupazione. Comunque non riteniamo che questa cifra sia esagerata, tenuto conto del fatto che i numerosi rimpatri (ovviamente quelli d~finitivi) sono la prova evidente che l'assorbimento di manodopera immigrata da parte del mercato venezuelano diventa sempre più lento. Anche se non si è ancora giunti proprio al limite di saturazione grazie anche al ritmo accelerato di sviluppo del Paese, è evidente però che qual• siasi interruzione di tale sviluppo provoca una più o meno diffusa disoccupazione, cl1e colpisce più direttamente la manodopera immigrata, alla quale è riservato solo il 25 % dei posti di lavoro disponibili. D'altra parte, se il contingente immigratorio annuale dovesse ancora aumentare, come in realtà sta avvenendo, si giungerà ben presto al punto di saturazione; ed allora, aumentando il numero degli immigranti improduttivi, anche questo Paese ricorrerà ad una <<regolamentazione» dell'immigrazione, all'uso cioè di quelle << quote » che sappiamo per esperienza quanto possano essere rigide ed immutabili quando vengono fissate da un atto legislativo. Non è certamente auspicabile che si giunga fino a tanto, ma una « autolimitazione>> è 11eccssaria, se si vuole assicurare, anche per il futuro, un flusso emigratorio regolare ed ordinato verso il Venezuela. Per quanto riguarda l'emigrazione individuale, francamente ci sembra cl1e un controllo più rigoroso da parte delle competenti Autorità, sia italiane che venezuelane, è necessario nei confronti degli ancora troppo misteriosi atti di chiamata e contratti di lavoro. Nel settore dell'emigrazione assistita, poichè le cose sono andate migliorando sensibilmente negli ultimi cinque anni, 110n possiamo che augurarci una sempre più stretta collaborazione con il Governo venezuelano e con l'Organo attraverso il quale esso effettua il reclutamento di operai specia• [57] -Biblioteca Gino Bianco •

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