Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

~uela, dove, sui 344.484 stranieri immigrati fino al 30 marzo 1955, vengono al primo posto gli italiani con 105.789 unità, la maggior parte dei quali è immigrata dopo la seconda guerra mondiale (dati dell'Ufficio Statistico del Ministero degli Interni di Caracas). Le ricchezze n~urali di cui pare che la Repubblica venezuelana disponga, ed i rapporti economici che essa ha con l'Europa Occidentale e gli Stati Uniti d'America, fanno del Venezuela uno dei più importanti Paesi dell'America Latina; con caratteristiche che sono molto interessanti dal punto di vista degli scambi internazionali, ma decisamente molto meno allettanti per quanto riguarda la nostra emigrazione. Purtroppo un'infelice psicosi d'avventura diffusa tra ì nostri ambienti emi- . gratori dopo la guerra, ha già spinto allo sbaraglio in questo Paese migliaia di emigranti. Riporteremo più avanti i fatti e le cifre più significative di questa situazione, dopo aver dato un rapido sguardo alla struttura economica venezuelana. Nella produzione mondiale del petrolio, il Venezuela è al secondo posto dopo gli Stati Uniti e fornisce i 4/5 della produzione sud-americana. Lò . sfruttamento è effettuato da Compagnie inglesi e olandesi, o nord-americane; le prime controllate dal grande trust della « Royal Dutch Shell », le se- · conde dalla «Standard Oil ». Vi è anche qualche Compagnia venezuelana, tra cui la « Compania Petrolia del Tachira)}. Gli altri minerali di cui è ricco il sottosuolo venezuelano sono il ferro ~ i cui giacimenti sono valutati superiori al miliardo di tonnellate - l'asfalto, l'oro, il carbone e la magnesite. Leggi speciali regolano l'esplorazione e lo sfruttamento del sottosuolo. Lo Stato trae i maggiori vantaggi_ dall'industria petrolifera a mezzo delle imposte che gravano sulle concessioni, il cui sfruttamento, che si calcola possa durare ancora 15-20 anni, potrà fornire · ~n questo periodo alle finanze statali, tra royalties ed imposte sul reddito intorno al mezzo miliardo di dollari all'anno. Gli utili derivanti dallo sfruttamento di una simile ricchezza naturale non hanno apportato però, come avrebbero dovuto, un mutamento sostanziale nell'economia tradizionale del Paese, perchè non sono stati reinvestiti in attività economiche indipendenti dal petrolio anche se sono serviti fino ad oggi a sostenere alcuni settori pericolanti dell'economia nazionale. Ad evitare i pericoli della inevitabile dipendenza dalle fluttuazioni del mercato internazionale e della stessa possibilità di esaurimento di· questa principale risorsa del Paese, il Governo venezuelano si è preoccupato in questi ultimi anni di creare i presupposti di una maggiore indipendenza economica. Esso cerca di favorire con ogni mezzo lo sviluppo industriale, ancora insufficiente sia per la scarsità di tecnici e di manodopera specializzata, sia per il costo elevato dell'energia e dei trasporti e per la deficienza di questi ultimi. Le somme maggiori del bilancio sono ancora annualmente destinate ai lavori pubblici (30 %), particolarmente strade, ferrovie, porti. [53] Biblioteca Gino Bianco

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