uomini che non vivevano neppure allora nell'abbondanza, ma che godevano nelle varie città di un rispetto incontrastato, di un prestigio altissimo. Oggi l'inflazione ha portato anche qui alla svalutazione, ha trasformato talmente l'ambiente, che tutti coloro che si sono dedicati all'insegnamento per vocazione si pentono della scelta fatta: i giovani di valore che seguono questa strada sono diventati sempre più rari e anche le signorine brave cominciano a disertare le Facoltà che preparano all'insegnamento. E non si tratta soltanto di trattamento econo•mico, ma di tutta un'atmo- ~era deprimente, delle varie difficoltà che si oppongono a chi voglia conquistare una cattedra: compresi taluni concorsi, anche generali, fatti per esami e per titoli - è l'unica carriera qualificata, quella dell'insegnamento, in cui i titoli contino, e quanto! -, in cui giovani valentissimi vedono passar loro avanti trionfalmente, a un certo punto, concorrenti che avevano continuato a farsi bocciare, accumulando anni d'insegnamento e qualifiche di « ottimo ». Coi provvedimenti annunciati a favore dei fuori-ruolo sarà ancora peggio, chè quegli ingenui o quelle ingenue, che, provvisti di un qualche ingegno e di una certa cultura, cedessero alla tentazione della Facoltà di Lettere, troverebbero praticamente bloccati posti di ruolo e posti di supplente, per non parlare delle sedi più ambite. Un'autentica serrata a favore dei mediocri, degli scadenti, e soltanto in taluni casi degli sfortunati. Ma la necessaria con- . siderazione per questi non può diventare sanatoria, amnistia per tutti, compresi gl'impreparati: la Scuola italiana non si risana colla pietà. Questo, della discussione sullo stato giuridico, può diventare un mo- ) mento importante, se il Ministro avrà, coll'appoggio delle associazioni dei presidi e professori di ruolo, il coraggio civile per affro11tare la situazione. Guai se la si considerasse soltanto la strada per avere di straforo qualche ora di straordinario o un'indennità suppletiva, lasciando andare il resto alla deriva. Nessuno dice che le commissioni di concorso siano infallibili; ma non s'è trovato finora sistema migliore dell'esame, per reclutare diplomatici, magistrati, funzionari delle Sovrintendenze o degli Archivi di Stato, senza bisogno, ripetiamo, della concorrenza di titoli; e non si vede perchè i profe~ sori, che guardano, per esempio, alla carriera dei magistrati come ad un ideale da raggiungere (anche se stranamente dimenticano di offrire quale com- . tra-partita la rinuncia assoluta alle ripetizioni private) possano essere nominati in base a titoli d'anzianità, che finiscono troppo spesso coll'essere soltanto negativi. Si può anzi credere che converrebbe bandire dei concorsi soltanto per esami o, almeno, accanto al tipo vigente di concorso per esame e per titoli, con idoneità 7, istituirne un tipo solo per esami, con idoneità 8, per aprire la strada ai più valenti tra i giovani. Ce ne sono che nella scuola ci starebbero benissimo, e non si disperderebbero nelle varie organizzazioni, in cui si lavora, non sempre felicemente, [43] Biblioteca Gino Bianco
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