... verso il basso, magari spendendo per quesito n·obile scopo qualche miliardo di più; si era ceduto, invece, il meno possibile sul piano del tratta1nento econon1ico pei professori di ruolo. Se questi avevano fatto scioccamente fronte unico cogli altri, perchè erano la maggioranza, il Presidente del Consiglio accettava l'impostazione data allo sciopero - e, considerato il tono, non ci si poteva neanche illudere che fosse ironia -, constatando che la maggioranza era stata accontentata. L'opera iniziata nel 1948 coi concorsi riservati ai « combattenti », per soli titoli, e con l'istituzione dei ruoli transitori (con qua.li conseguenze lo sanno tutti, a cominciare dagli autentici ,combattenti, che, in seguito alle provvidenze per lo.ro adottate, si sono visti porre accanto piantoni d'ospedale, scritturali di distretto, equiparati ed equiparate d'ogni genere), era finalmente compiuta. Peggio di così l'agita~ione - i,niziatasi con lo scopo precipuo di elevare, anche attraverso il miglioramento delle condizioni economiche degli inseg,nanti, il livello della scuola _:_ non poteva finire. Dopo l'approvazione dei decreti fondamentali previsti dalla legge delega, la situazione è infatti questa: fissato ormai, del resto non senza qualche con- , creto vantaggio, anche per i professori, un trattamento economico, che ogni cittadino pensoso della sorte deìla lira si augura non sia, nell'insieme, per un po' di tempo mo-dificato, ora le discussioni sono passate dalle tabelle allo stato giuridico, colla speranza, sì, da parte di tutti, nel Fronte della Scuola, che, in questa sede, si possa anche trovar mo-do di garantire ulteriori miglioramenti economici; ma quasi certamente colla preoccupazione essenziale da parte della maggioranza, cioè degli insegna.nti fuori ruolo, di vedere consacrate e probabilmente ampliate le concessioni sintetizzate dall'on. Segni. C'è d'augurarsi che le associazioni di professori più qualificati, che sono poi gli unici a cui si possa legittimamente riferire il famoso ordine del giorno sul, trattamento differenziato, ,non commettano gli errori del passato, combattendo per una causa che non p-uò, non deve essere la lo·ro. Che la scuola media italiana vada male e, con l'aumento del· numero, sia andata sempre più peggiorando la qualità, non soltanto degli scolari, ma anche degli insegnanti, è un fatto che è difficile negare. Ed è illusione che si possa rimediare a simile stato di cose con riforme di struttura, che vadano al di là di certi limiti - coincidenti poi in sotStanza con quel che si potrebbe ottenere con una buona amministrazione, - puntando su trasformazioni di programmi e didattiche nuove, a base di scuola attiva, quiz e simili panacee. Di pedagogia, dopo la guerra, nelle varie commissioni consultive, se n'è fatta _anche troppa. Il vecchio glorioso GinnasioLiceo di prima del '14 era una scuola « nozionistica », come si dice oggi con sopportazione, ma in cui si studiava e s'imparava sul serio: in quella sua atmosfera risorgimentale, carducciana, sono cresciuti i vincitori del '18. Solo, aveva dei professori che sapevano il fatto loro e credevano nella scuol~ [42] Biblioteca Gino Bianco
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