Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

zone di riforma i comunisti, grazie alla riforma stessa, avessero potuto registrare un avanzamento elettorale. 3) Ad evitare interpretazioni come quella dell'on. Mancini, ci sembrò sufficiente premettere alla pubblicazione una nota redazionale, nella quale, tra l'altro, si diceva che l'attualità dei dati andava circo-ndata di qualche riserva, anche perchè « dal g:ugno 1953 ad oggi, altro e spesso contrastante vento ha soffiato per il mulino della riforma » (si era inoltre al tempo delle « direttrici amministrative » di Scelba, che si volevano estese fino a fissare una discriminazione fra gli assegnatari, da noi, nello stesso numero di Nord e Sud, risolutamente respinta). 4) Se, malgrado ciò, l'on Mancini ha ritenuto che la pubblicazione di « quel documento » sia stata una manifestazione di nostra « particolare insensibilità », ciò deriva forse dal fatto che egli vuol considerare lo studio in questione, in quanto opera dell'Ente, come la prova, la confessione anzi, che gli Enti ad altro non rivolgono la loro attenzione che agli scopi « di carattere elettorale». Noi invece, mentre risolutamente affermiamo che quello « di carattere elettorale » non deve mai rientrare fra gli scopi della riforma (l'on. Mancini stesso riconosce che ci siamo sempre battuti in questo senso), riteniamo che appartengano ai compiti degli Enti anche gli studi sui riflessi ~ politici e sociali della riforma. E in un paese di democrazia, in cui cioè si vota e in cui gli elettori possono scegliere tra numerose liste, l'analisi dei dati elettorali rientra, piaccia o no, in questo genere di ricerche elettorali della riforma. Tali studi non deformano necessariamente l'azione degli .Enti, ma sono di grande interesse per gli osservatori politici e per l'opinione pubblica. Gli uni e l'altra infatti devono essere messi in grado di discutere i risultati politici e sociali e gli stessi studi che si fanno intorno ad es~i; e ciò anche perchè questi ultimi siano sempre condotti scrupolosamente e mai con intenti propagandistici. Ci sembra che, per ottenere ciò, non ci sia mezzo più sicuro di quella pubblicità che a suo tempo ritenemmo nostro dovere dare ai documenti dell'Ente per la rifor1na in Puglia, Lucani'a e Molise. L'on. Mancini, però, coglie nel segno quando rimprovera agli Enti di Riforma di avere spesso perso di vista lo scopo• per cui sono stati istituiti: la riforma stessa. Non che ciò sia dipeso, o soltanto dimostrato, dal fatto che gli Enti abbiano proceduto agli opportuni rilevamenti sui riflessi elettorali della riforma. Questi rilevamenti hanno lo stesso valore di quelli, interessantissimi, pubblicati dal prof. Ramadoro in allegato a un suo articolo sulla Rivista di politica agraria e concernenti « l'attività svolta _da ciascun .proprietario espropriato prima della riforma ed il tipo d'impresa che si attuava su quelle terre ». Come i rilevamenti elettorali sfatavano il luogo con1une suggerito dalla polemica della destra agraria sulla presunta avanzata della [39] Biblioteca Gino Bianco

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