... · Se pertanto il fronte dell'urbanistica ha compiuto negli ultimi due anni una completa conversione dedicando ogni energia e ogni Cura al problema dei piani comunali, la motivazione può apparire valida. E in tal senso, non solo la classe professionale, ma anche un buon numero di amministratori e di responsabili politici, ha profuso in questo periodo fede e fatiche. Lo dimostra l'importanza assunta, attraverso una adesione imponente e fervida, dal Congresso di Genova e dal successìvo Convegno di Firenze (4-6 novembre 1955), pure dedicato, come il congresso, alla situazione della pianificazione comunale, e, per converso, anche le misure effettivamente adottate dal Ministero dei LL. PP., con l'obbligo, notificato prima a cento e p.oi ad altri cento comuni, di redigere un proprio • piano. Ma, da Genova a Firenze, nel giro di un anno, il tono è cambiato: al fervore- della prep,arazione, dei propositi e dei reciproci incoraggiamenti a ben operare ( « Voi urbanisti, v.oi studiosi, voi esperti - aveva detto il Ministro Romita all'assemblea genovese - dite a noi con la vostra saggezza quel che dobbiamo fare »), è subentrato un vivo pessimismo con la èoscienza degli ostacoli crescenti; e sulla fiduciosa impostazione scientifica hanno prevalso la denuncia e la protesta. A queste l'unica replica possibile era quella prevista: l'annuncio di nuove misure amministrative e di nuove leggi. E così, con il moto pendolare che sembra destinato ad es.aurire ogni ansia riformistica, si è ripassati dal particolare al generale: dai cento lamentevoli casi al miraggio della panacea universale. L,a legge sulle aree ( anzi le leggi), invocata per tanti anni ed ora quasi paventata e discussa, ha attratto su di sè l'attenzione. Quali effetti essa sia destinata a sortire lo dirà l'esperienza d'una lunga e severa applicazione, se ci sarà. Per ora, pur nel dubbio di una sua moder·ata efficacia (e nel sospetto che troppo blande misure servano soltanto a differire irrinunciabili riforme), è stata accolta come 1:1npasso naturalmente compiato sulla via del << progresso tecnologico», il mutare dei tempi comportando, come si sa, il perfezionamento degli strumenti legislativi, senza rapporto con regimi e con finalismi politici. Così la tematica urbanistica sembra aver quasi conchiuso, in un decennio, un suo logico cerchio: promossa, fr.a le rovine ancora fumanti della guerra, dai bisogni della città, restrittivamente intesa come concentrazione urbana, è tornata oggi entro il medesimo ambito. [32] Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==