Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

, • è ·concludere, senza troppa incertezza, can un bilancio sostanzialmente . . negativo. Il lungo sforzo, promosso dall'I.N.U. e culminato nel IV Congressò Nazionale di Venezia (1952)con-ufl'apparènteVittoria,per la realizzazione dei e piani territoriali di coordinamento >> ( detti comunemente piani regionali) starebbe a confermare tina conclusione pessimistica. Il piano regionale - dichiarava l'allora Ministro-dei Lavori Pubblici~ on. Aldisio, insediando· la commissione per il piano campano (11 )· ~ << è , la forma più compiuta che si presenta attualmente per far convergere iri un quadro scientificamente obbiettivo e tecnicamente sicuro ·le molteplici istanze ·che insorgono dall'evoluzione della vita moderna; ed infatti solo per suo tramite appare possibile coordinare le attività, selezionare le iniziative, stimolare le possibilità di sviluppo, operare - in breve --:- quella compiuta sintesi che permetta un più armonico equilibramento della vita delle p.opolazioni ». . . ·Nel piano, dU:nque- aggiungeva il ministro - << tre fattori fondamentali: l'insediamento residenziale, lo sviluppo produttivo, il rispetto delle bellezze paesistiche e monumentali-» che, fortemente intercompenetrati, caratterizzano la vita e la cultura moderna, potranno trovare una comp.osizione « in modo da formare una tessitura omogenea e armonica »·. Il piano regionale appariva dunque, attraverso le parole _diun mil)istr~ . , resp.onsabile, non certo più come un sistema di coordinamento di piani parziali interessanti J' edilizia o la viabilità, ma come uno strumento di controllo e di promozione della condizione economico-sociale del Paese-: come uno strumento di effettivo dirigismo. · L'opera dello Stato era vista - è vero - piùttosto sotto la specie di « uno stimolo ed· un aiuto», che non di un intervento diretto. Ma anche ( 11 ) Il discorso, pubblicato in «Urbanistica> n. 9, 1952, pag. 1 e ss., è il più intèressante documento ufficiale in materia e rivela un'impostazione politica, generica ma notevolmente avanzata. Più vaga è la definizione del « piano regionale > riportata nella pubblicazione ufficialedel Ministero dei LL. PP. « I piani regionali. Criteri di indirizzo per lo studio dei Piani Territoriali di coordinamento in Italia>. Roma, 1952, vol. I, pag. 14: « il piano deve conservare e valorizzare gli aspetti caratteristici dellà regione; deve promuovere, potenziare e coordinare le migliori. iniziative varie (sia pubbliche che· private) in modo che tutte trovino il più favorevole ambiente per la loro realizzazione nell'interesse generale >. [29] Biblioteca Gino Bianco

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