Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

I a terra nobili testimonianze del passato: il « basso porto> cli· N.apoli subì la medesima sorte del centro medioevale di Firenze « da secolare squallore a vita nova restituito > (5 ) mediante una demolizione integr.ale. La strumentazione legislativa in materia d'esproprio per pubblica utilità (imperniata su due leggi fondamentali, quella del 25 giugno 1865 n. 2359 e quella ·del 15 gennaio 1885 n. 2892 per il risanamento di Napoli, che dalla città ha preso il suo nome corrente) non faceva del resto troppo sottili distin-. zioni, piegando il suo generico finalismo a giustificare nel contempo veri e propri delitti e impror.ogabili, benefici interventi chirurgici. La storia civica dell'800 italiano narra ovunque le stesse vicende: distruzione di antichi quartieri e rapida espansione periferica, apertura di retorici vaoti nel cuore della città e agglomerazione di vasti blocchi edilizi .al margine della cerchia esterna. Poche leggi nazionali e pochi regolamenti urbani reggono - .o ' dovrebbero reggere - questo moto accelerato. I primi piani regolatori, redatti tutti con metodo ingegneresco e con la prevalent~ finalità di uno snellimento del traffico, hanno sempre parziale attuazione; e i nuovi quar~ tieri residenziali sono per lo più progettati negli uffici tecnici degli impren- . ditori, con la squadra in mano e l'occhio volto alla cassetta. Intanto il sezionalismo burocr.atico si irrobustisce e si radica nel Paese: l'amministrazione ferroviaria traccia le sue linee, tagliando o strangolando il corpo vivo delle città e sconciando i più delicati paesaggi, costruisce le sue tetre stazio~~' stabilisce i suoi << parchi » su terreni privilegiati, contro ogni buonsenso logico ed economico; il Demanio si impadronisce di conventi e palazzi storici, declassandoli e sottraendoli alla città in nome dello Stato; Marina , ed Esercito accumulano caserme, arsenali, depositi nei luoghi additati dalla «strategia». Se la speculazione edilizia, se l'insediamento industriale - che preme con le disordinate manifestazioni di uno sviluppo ritardato - si insinuano facilmente fra le rade trame delle leggi, le molteplici braccia dello Stato - che è unitario per sottrarsi alle buone ragioni locali, ma è ' localmente irresponsabile per sottrarsi a una più generale disciplina - si agitano per raddoppiare il caos e per stabilire le ipoteche di irremovibili • • • • • mteress1 cost1tu1t1. ( 5 ) Così si esprime la gigantesca epigrafe inserita sull'arco trionfale in Piazza Vittorio Emanuele II (oggi Piazza della Repubblica). [25] ·sibli•oteca Gino Bianco

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