Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

' ~ichiederà la strumentazione tecnica atta al conseguimento del fine e rientrerà per ciò nella sfera dell'economia e della politica, rifiutando ogni giudizio estetico. In questa fase, infatti, la forma urbanistica, espressione sintetica di un creatore, potrà essere o non essere presente nell'insieme degli strumenti approntati per il concretamento del piano: e che vanno dall'edilizia alla viabilità, dalla leg~slazione all'economia industriale, dallo sfruttamento delle risorse naturali all'organizzazione amministrlativa. Se questa presenza non si verificherà si dovrà appunto parlare semplicemente di « urbanistica »; ma se invece il soffio del creatore aliterà a dar forma alla realizzazione, in questo caso si tratterà più propriamente di «architettura», di espressione su cui, ancorchè vi si trovi << calato e fuso» un << contenuto pianificatore e urbanistico, etico-politico e tecnico», sarà lecito emettere un giudizio estetico. Non vi è dubbio che, come conclude Ragghianti, <<. questo sceveramento di concetti e di termini - pianificazione, urbanistica, forma urbanistica, architettura - può giovare alla comprensione più esatta ed effic,ace.di tutte quelle attività che vengono di solito confusamente aggregate nel termine lato di urbanistica». Ma bisognerà subito dopo chiedersi: la chiarificazione teorica, anche se accettabile e necessaria, può essere sufficiente a sciogliere il nodo dei problemi correlati che, con la loro presenza e complessità, hanno imposto la urbanistica non solo all',attenzione dei teorici, ma alla presa di coscienza dei pratici, trasferendola, insomma, dalla mitologia alla politica ? È qui necessario fare un passo indietro. Cosa fosse fino 1 a ieri l'urbanistica è noto, poichè, purtroppo, lo si insegna ancora in: troppe scuole, con la ingenua ed obliqua persuasione che le cose in f ond.o, malgrado tutto, non siano troppo cambiate. L'urbanistica, intesa come progettazione di complessi edilizi ~ carattere monumentale, di parchi e di strade, non usciva allora dall'ambito accademico dei << prof essori di disegno » ed era presentata come frutto dell;i fatica professionale di un architetto, incaricato ad hoc da un committente. La sua genesi era, allor;a, del .tutto « artistica » e personale, così come la realizzazione, seppure evidentemente subordinata a fattori economici, si affidava a un atto di volontà: di un singolo o di un'amministrazione intenzionata a dar vita ad un suo sogno, bene o mal diretto, di magnificenza e di grandezza. [22] Biblioteca Gino Bianco

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