I in concorrenza con le altre fonti di energia in ·un futuro non _troppo '1ontano. In terzo luogo, mentre nel caso dell'energia termo-elettrica convenzionale i costi di gestione -sono più elevati che negli impianti nucleari-? questi ultimi a loro volta richiedono investimenti di capitale molto mag• giori (1 ). Quarto punto - e, a nostro avviso, punto decisivo - maggiori sono gli impianti, cioè maggiori sono i capitali investiti, minore è il costo di produzione dell'energia nucleare, e migliore quindi la sua capacita concorrenziale, a più breve scadenza, di fronte alle fonti energetiche convenzionali: la messa in comune delle risors_eper i Paesi che non abbiano le dimensioni degli U.S.A. e dell'U.R.S.S. diventa quindi una necessità economica indispensabile. Q.ual'è la posiz1one dell'Italia, quali sono i suoi problemi spec.ifici? Si può dire, in sintesi, che gli argomenti validi per gli altri Paesi europei, sono tutti anche validi, ed a maggior ragione, per l'Italia. Perchè, per quanto riguarda l'avvenire, come la Francia e come la Germania, così anche l'Italia non ha i mezzi sufficienti per sviluppare da sola un'industria nucleare, e, per quanto riguarda il presente, peggio della Pra~cia e della Germania, quasi niente an,cora si è fatto in Italia; sicchè lo svantaggio rispetto ai grandi Paesi produttori è enorme. . Si sta cercando ora, è vero, di portare rimedio a questa situazione e, sulla base degli studi e dei suggerimenti avanzati dal Presidente del Comitato Nazionale per le ricerche nucleari, Prof. Giordani, il Ministro dell'Industria Cortese ha preparato un progetto che è allo studio del Governo. I principi informativi della legislazione, che sono stati raccomandati dal Comitato, prevedono il monopolio di Stato: a) per la ricerca e la coltivazione dei giacimenti minerari - direttamente o mediante appalti - interessanti l'utilizzazione industriale dell'energia nucleare; b) sui procedi- . menti di elaborazione dei minerali radio-attivi atti a produrre o rigenerare materiali fissili o fertili e, in conseguenza, sul commercio sia delle sostanze fissili o fertili, sia dei mate.riali radio-attivi atti a produrne. L'utilizzazione industriale dei materiali fissili o fertili dovrebbe essere anch'essa riservata allo Stato, salvo l'impiego di tali materiali come combustibili nucleari per la produzione di energia, che può essere oggetto di concessione ad industrie private. ( 1 ) Cfr, l'articolo di Felice Ippolito su << La nuova antologia», dicembre 1955, [7] . Bibl"oteca Gino Bianco , ;
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