Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

.. L'energia nucleare: l'Italia e l'Europa di Renato Giordano La classe dirigente italiana ha cominciato ad occuparsi con ritardo della possibilità di utilizzazione pacifica dell'energia nucleare. Ma le esperienze e gli studi realizzati nei Paesi industrialmente e tecnicamente più evoluti, portati alla ribalta dell'attenzione mondiale durante la conferenza atomica di Ginevra dell'agosto scorso, sono serviti a dare anche al nostro Paese una spinta in avanti, a dare il senso dell'urgenza, anzi dell'indilazionabilità del problema. \ In base agli attuali studi statistici (e pur accogliendoli ovviamente con la massima cautela), i bisogni energetici mondiali rappresenteranno nel 1975 e nel 2000 rispettivamente il 150 ed il 3000/4 dell'attuale fabbisogno. Per -conseguenza, alla fine del secolo saranno necessarie quantità di energia equivalenti a 7-8 miliardi di tonn. di carbone per anno, mentre attualmente ne vengono consumate 1,7 miliardi. Non c'è dubbio, quindi, viste le disponi~ilità, attuali e prevedibili, delle fonti classiche, che l'energia nucleare dovrà avere una parte crescente nel soddisfare il fabbisogno totale di • energia. · Quanto ai costi di produzione, le previsioni sono naturalmente ancora più difficili ed aleatorie, ma concordano su alcuni punti fondamentali. In primo luogo, nell'immediato futuro, l'energia nucleare non potrà sostituire economicamente le altre fonti .. Questo è particolarmente vero per gli Stati Uniti, dove il costo del combustibile convenzionale è estremamente basso; ma è meno vero per la Gran Bretagna, per la ragione opposta. In secondo luogo, va considerato che la produzione di energia nucleare è appena agli inizi ed è quindi suscettibile di miglioramenti tecnici tali da poter entrare [6] Biblioteca Gino Bianco

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