tivo per una serie di anni, che erano saliti fino a sette; in questa sua iniziativa il Cancelliere aveva incontrato, però, la più decisa opposizione del Centro, che, a' termini della Costituzione, invocava la discussione in Parlamento di un bilancio militare limitatamente al periodo di un anno. Nella lotta tra i due antagonisti, ad un dato momento era venuto ad inserirsi il Vaticano, il quale aveva sollecitato il leader del Zentrum, il Windthorst, di considerare la opportunità di far recedere il suo partito dall'atteggiamento assunto per ~a questione del bi-. lancio militare, in rapporto alla possibilità di poter concludere un concordato fra la Santa Sede ed il Reich, che avrebbe posto termine al KulturKampf. L'invito proveniva direttamente dal Pontefice, e la contropartita appariva oltremodo allettante, dato che la cessa_zione dello stato di acuta tensione fra il Vaticano ed il Governo germanico avrebbe recato • • • • • 1nnumer1, concreti vantaggi per 1 cattolici tedeschi. Tuttavia, il Windthorst risponde negativamente, avverte che si tratta di una intromissione della Santa Sede in questioni che non attengono alla religione, di una indebita ingerenza nella sfera politica, nella quale ogni cattolico si comporta secondo il proprio convincimento. Il conflitto ha una sua 1 unga storia, che sarebbe arduo ripercorrere partitamente a questo punto, ma si risolve in maniera favorevole per il Zentrum, dato che viene confermato, al termine della querela, il principio che la obbedienza dei cattolici· alla Santa Sede per quanto riguarda le questioni· religiose lascia ad ognu no completa ed illimitata libertà z·n quelle cose che non riguardano la religione ( << cuique relinquit libertatem, , • ' l quoad ea, quae religionem non attingunt >). La resistenza opposta da De Gasperi nel 1952 a Don Sturzo - chiaramente inspirato dai circoli d'oltre Tevere nel suo tentativo di dare vita per le elezioni amministrative della città di Roma ad un blocco di destra che comprendesse democristiani e fascisti - è informata ad un punto di vista analogo a quello del Windthorst nel periodo del KulturKam pf. Ma, al di là dell'episodio particolare, se pure signifìcatiyo, del 1952, è noto che De Gasperi ravvisava nel quadripartito, e nella presenza al Governo dei partiti laici minori, il più valido ba1 uardo per potersi opporre ai sogni di . . clericalizzazione della vita statale italiana non mai sopiti in seno al suo partito. Il pensiero di De Gasperi per quanto riguarda, infine, il Partito cattolico è di dar vita ad una ·formazione politica svincolata per quanto possibile dall'autorità ecclesiastica: cristiana, quindi, e non cattolica, e, tanto meno, confessionale; e per di più cristiana nella accezione amplissima del termine. Il Partito, insomma, avrebbe dovuto perseguire la instaurazione di una società cristiana, ma non nel senso di una conquista dello Stato da parte della Chiesa, o viceversa; occorreva, invece, ottenere che le esistenze di noi tutti, come privati e come cittadini, risultassero informate alle idealità cristiane, che gli istituti, gli organismi e gli organi entro i quali viviamo fossero in- . . . ' . . . . sp1rat1 a pr1nc1p1 cr1st1an1. Sotto questo riguardo, De Gasperi, pertanto, se da una parte condanna gli << ultra », i reazionari, i corporativisti, dal1' altra non ha simpatia neppure per le correnti più avanzate dei così detti cri- [119] Biblioteca ·Gino Bianco )
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