Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

I" Stato liberale, di diritto, e De Gasperi già fin dai lontani al).ni del fascismo, allorchè è costretto alla inattività politica, ha presente come méta ideale per il futuro partito cattolico italiano, che dovrà sorgere dopo il 1943, la struttura e la linea di condotta del Zentrum germanico. Quindi nessuna avversione - come presso i cattolici corporativisti, quelli di ieri, e, anche, quelli di oggi - per il metodo della libertà, che, anzi, « è il metodo più adatto alle presenti condizioni della convivenza », e nessuna preconcetta ostilità verso la democrazia: al contrario, occorre far proprio l'ammonimento del Manning, arcivescovo di Westminster, secondo il quale: « L'avvenire è la democrazia. È essa che bisogna salvare, che bisogna rendere cristiana. È ad essa che fa uopo raccostarsi». La successiva condotta politica di De Gasperi, la vittoria del 1948 da parte del partito dello scudo crociato, l'inserimento dei cattolici nello Stato italiano - che, dopo tutto, nonostante i non mai sopiti tentativi di clericalizzazione tuttora in corso, rappresenta un fatto positivo - vanno considerati alla luce delle idee manifestate in scritti, che recano, in calce, la lontana data del 1928. Nessuna merayiglia, pertanto, se la politica di De Gasperi si riallacci - come hanno già fatto notare diversi osservatori politici - a quella di Gio,litti, alla << tecnica>> dispiegata dallo statista di Dronero nei confronti delle opposizioni anticostituzionali, tuttavia recupera.bili e suscettibili di essere inserite nello Stato di diritto. Dinanzi alla minàccia rappresentata ai principi del s~colo dal socialismo, Giolitti, infatti, abbandona gli sterili tentativi di repressione poliziesca - il cuifallimento, del resto, era stato consacrato dai sistemi impiegati per soffocare i moti del 1898 e dal successivo atteggiamento delle masse, incrollabilmente ferme nella rivendicazione dei propri diritti - e, in conseguenza, inaugura un « nuovo corso », volto ad ottenere che i fermenti rivoluzionari diretti contro l'ordine costituito si tramutino in uno schietto apporto di forze fresche ed intatte entro i quadri degli antichi ordinamenti liberali, che sicuramente sarebbero riusciti rafforzati dalla immissione di nuove energie. Alla offerta fatta nel 1903 da Giolitti a Filippo Turati di un portafoglio ministeriale, allo scopo di dividere gli avversari e di suscitare presso di essi perplessità e dubbi, corrisponde il favore con il quale De Gasperi accoglie la secessione di Saragat nel 1947. L'azione, poi, in cui Giolitti fallisce, nonostante gli sforzi fatti in questa direzione a cominciare dall'accordo Bonomi-Tittoni del 1904 e ostinatamente orientati nel senso di pervenire ad una inserzione delle forze cattoliche nello Stato li- , berale, è condotta a buon esito da De Gasperi, il quale ottiene che il lungo con- · flitto risorgimentale abbia termine; che i cattolici desistano dalla loro riserva e si schierino a difesa delle istituzioni democratiche. Circa i rapporti tra le due potestà, tra Chiesa e Stato, De Gasperì ha costantemente dinanzi agli occhi, anche in questo caso, l'esempio del Zentrum germanico e, in particolare, l'indicativo episodio occorso durante il Kulturkampf. Come è noto, Bismarck, già fin da prima del 1870, era solito chiedere ed ottenere dalla Dieta e dal Reichstag l'approvazione di un bilancio militare preven- • [118] Biblioteca Gino Bianco

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