. . suprema umiliazione, invano tentava di prevenire Mussolini con un « distinguo >> a proposito del liberalismo, ten~endo la mano « ai liberali autentici di Antonio Salandra >>: « Non si può non essere lieti per aver scorto nel liberalismo un movimento per cui esso, sempre più premuto dalla violenza... del dissolvimento socialista, è andato sempre più spostandosi dalla sua ormai superflua difesa dei diritti dei cittadini e simili a quella tanto urgente dell'autorità dello stato>>.Così avveniva che il senso giuridico del professor Salandra ottenesse un ·esplicito, au5orevole e compromettente riconoscimento che doveva dare al deputato Troja sottili brividi di soddisfazione. Lo scempio dello stato hegeliano, l'ombra della restaurazione, la fine dell'autonomia laica assistevano dall'alto di una cattedra giuridica al connubio, che doveva diventare sempre più stretto, tra i liberticidi, ed il presuntuoso oratore capitolino, salito in onore di padre spuituale del fascismo, in un triste giorno del 1924, depose, nel nome di Spaventa, la tradizione di Cavour ai piedi di una schiamazzante turba ~i camicie nere, nel teatro di Giuseppe Verdi e di Vincenzo Bellini. Ma appunto in questa ascesa e breve permanenza del Salandra sul piedestallo di vate del fascismo era tutta la superiore a·bilità tattica di Mussolini; il quale in questo modo rifiutava del nazionalismo, come s'è detto, anche la tradizione. Qualcuno, come Forges Davanzati, venne recuperato dal regime,_perchè giudicato pericoloso e combattivo; non aveva forse, il Forges Davanzati, gridato contro le incoerenze di Mussolini nel congresso del '22: « La stessa generosa ed animosa revisione fascista, che concede ora alla tendenza repubblicana, ora ·al revisionismo europeo, ora ad una derp.ocrazia che non esiste, confessa la natura ed il pericolo del morbo di cui alcuni bubboni, come il partito dei combattenti, son già crepati» ? Non aveva egli forse ricordato a Mussolini, con una buona dose d'impertinenza, il contenuto dei suoi articoli interventisti? Il nazionalismo, invece « aveva sempre rifiutato le false ed ingannevoli ideologie della guerra democratica antikaiseriana, umanitaria, wilsoniana ». Perciò, pur stringendo rapporti di collaborazione coi popolari e coi liberali di destra, bisognava - egli ripeteva - che i nazionalisti restassero nazionalisti accettando tutt'al ' più il fascismo in un largo fronte pazionale, che puntasse alla conquista del potere s,enza doversi « inchinare agli idoli del suffragio >>. [114] Bibliotec~ Gino Bianco
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