irresoluta per colpa dèi governi liberali, e dopo aver riconosciuto nella persistenza di questo problema storico una delle cause fondamentali dell'affermarsi del nazionalismo proponeva << alla parte cattolica >> del partito popolare « di studiare assieme il mo90 di porre fine ad essa questione >>. Si apriva così, insidiosamente, la via alla rottura del partito popolare, ai fini della identificazione cattolicesimo-reazione. A quel punto la vicenda nazionalista poteva considerarsi giunta al suo culmine. Si affacciava il tempo delle realizzazioni, del raccolto; ma il. partito non avrebbe mai potuto procedervi per suo conto, con le proprie bandiere e coi propri leaders, perchè anch'esso a modo suo affondava le proprie radici nel passato"' secondo l'accusa più o meno sprezzante che gli rivolgevano la maggior parte dei fascisti; anch'esso era in qualche modo legato a proteste, a scrupoli, ad uomini, a istituzioni dell'Italia unitaria. La nega- . zione dello spirito del Risorg~mento, anche se violenta, era pur sempre verbale. Mancavano, nelle fila del nazionalismo, uomini decisi dinanzi al disegno del colpo di stato; la stessa incondizionata passione monarchica, che si risolveva in un attaccamento quasi fisico, di carattere prettamente feudale, alla persona del re, era abbastanza preoccupante, soprattutto con quell'enigma di uomo che era Vittorio Emanuele. Pochissimi furono gli episodi squadristici nelle fila del nazionalismo, e tra essi alcuni ebbero luogo in funzione antifascista. E così avvenne che i nazionalisti dovettero rassegnarsi ad un rapido e poco dignitoso declino; mentre Mussolini ed i suoi li depredavano scopertamente dei loro strumenti ideologici, di cui talvolta si servirono contro essi medesimi. Nel 1922, come s'è detto, quinto congresso nazionalista (15 ), con l'infuocato discorso di Corradini sulle « direttive della politica nazionalista». Il 28 ottobre era nell'aria. Corradini e Federzoni non nascondevano le legittime loro preoccupazioni: già da un pezzo Mussolini aveva loro strappato il c~ntrollo della reazione. Corradini ammonisce: « Il partito fascista è figlio del nazionalismo e della vittoria. La differenza fra nazionalismo e fascismo sta nella data di nascita, poichè il primo nacque pochi mesi avanti che l'Italia, ancora di Adua, cominciasse la guerra libica che doveva terminare senza sconfitta e ·senza vittoria, mentre il secondo nacque dopo Vittorio ( 15 ) Atti pubblicati dalla tipografia dell'Idea Nazionale - Roma, 1922. [112] Biblioteca Gino Bianco
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