' fermò sui risultati del convegno, sapeva di poter ·parlare con una autorità ed un peso ben diversi da quelli che aveva nel 1911. E si espresse infatti con una chiarezza ed una tracotanza che rendeva davvero colpevoli i dubbiosi e gli scettici. Con disprezzo attaccò il liberalismo definendolo con eleganza tutta mussoliniana « il soliloquio della tabe senile>>. E fece suoi i motivi del Giornale d'Italia nella rabbiosa polemica di quest'ultimo contro il gruppo Amendola-Albertini: ,<S<otto il nome e sotto specie di Società delle Nazioni e conseguenze antimilitari sono gli stessi princìpi sociali, etici, politici, le stesse degenerazioni, le stesse falsificazioni, le stesse mitologie che tentano nuovamente di sfasciare le grandi unità nazionali dopo la loro grande p,rova, la guerra. L'internazionalismo democratico ed il bolscevismo derivano dalle stesse origini». E nel suo discorso al menzionato .convegno, qualche giorno innanzi, aveva i.t1dicatocon precisione anche maggiore i fini eversivi del nazionalismo: <<Noi siamo d'avviso che i nazionalisti debbano andare in Parlamento~ ma per ragioni contingenti e tenendo sempre gli occhi sulla nuova mèta da raggiungere >>.Eguali discorsi Mussolini teneva già ai suoi amici. · Ma egli in realtà non giunse mai ad affermare, come il suo predecessore in quel congresso: « Il nazionalismo propugna il rafforzamento e l'organizzazione della borghesia e delle classi industriali, altrimenti è qµesta parte che viene meno alla lotta collaborazionista (sic!) e chi soverchia è il socialismo distruttore, tirandosi dietro le classi operaie>>. E poichè, in verità, la mente dell'agitato leader si era ~ivelata incapace di fornire attorno alla sua <<dottrina» corporativa più organici e costruttivi chiarimenti,. all'abilità ed alla esperienza pandettistica di Alfredo Rocco venne affidato il compito di prospettare al convegno ed al paese <<le deduzioni più pro- - priamente politiche » che dovevano trarsi dagli sfoghi oratori del Maestro. Ciò che il Rocco non mancò di fare, gettando realmente le basi .di quella « riforma corporativa>> che poi difese sempre presso Mussolini. Intanto, nel p~ogramma approvato dai congressisti, c'erano affermazioni ed intenzioni di questo tenore: << Mentre un'accolta di politicanti faziosi, delusi nella loro aspettativa di .sconfitta, tenta a servizio proprio e dello straniero di trasformare in sconfitta politica ed economica la ful-- gidissima vittoria dell'Italia, il nazionalismo riprende il suo posto di battaglia per l'Italia, per la vittoria, contro l'anarchia bolscevica distruggi- / [110] Biblioteca Gino Bianco ..
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