Nord e Sud - anno III - n. 15 - febbraio 1956

,r J da un senso di sfiducia nella vita storica del popolo italiano; sfiducia che ai tempi in cui si organizzava lo stato unitario si manifestò come saggia e quasi paterna prudenza di un grande partito di governo verso un popolo che muove i primi passi su di una via assolutamente nuova ed aj quale non può essere affidata l'organizzazione dello stato; ma che attraverso il fascismo si è rivelata come dogmatica presunzione di imporre dall'alto al popolo medesimo i fini storici della sua vita nazionale, le nor-· me della sua quotidiana disciplina e le leggi stesse della sua salvezza » (4 ) .. Una riprova di questo è offerta dall'immediata simpatia che la maggior parte dei leaders nazionalisti sentiva ed esprimeva per quel cattolice- . . simo, il quale s'era risvegliato più aggres•sivoproprio nei suoi aspetti più reazionari .(5 ). E del resto << Il Regno» che Corradini fondò nell'autunno del 1903non inizia la sua polemica su un tema di politica estera, specifico e concreto, ma in termini antisocialisti ed antiparlamentari. In un opuscolo del 1912 (6 ), poco dopo Firenze, Luigi Valli, dopo aver ribadito che. il « Nazionalismo non è sinonimo di irredentismo>> ed aver posto l'accento sui. temi e sui modi di un'imminente campagna propagandistica nazionalista (ed è proprio qui che cominciano a delinearsi anche nei libri di testo i profili dei colli fatali), afferma senz'altro che compito principalissimo del nazionalismo dev'essere una funzione di guida nella crociata antisocialista. Tuttavia, Valli aggiunge qualcosa che è opportuno rilevare perchè dimostra quanto profonde fossero ancora in quel tempo le divergenze fra i nazionalisti su certi argomenti fondamentali: « opposizio:11e· ugualmente assoluta del Nazionalismo al clericalismo, in quanto il clericalismo mette l'unità internazionale della Chiesa al di sopra della na-- zione >> ( 7 ); e più avanti: « la tendenza conservatrice è divenuta spesso, una tendenza di difesa di classe; abbandonati gli ideali d'espansione e 'di rinvigorimento nazionale si è fatta complice di vergognose rinunzie, si è impaludata intorno ai piccoli interessi locali, parlamentari o nazionali,. ( 4 ) G. A.MENDOLA, La democrazia dopo il 6 aprile 1924 - Corbaccio 1924, pagg. 138-9.· ( 5 ) Non si può dare torto al D'Andrea quando afferma che << il nazionalismo italiano si ricollega alla rinascita cattolica ». " ( 6 ) L'Associazione nazionalista: Principi - Azione - Propositi. Roma, 1912. ( 7 ) Vol. citato: p. 28. [104] Biblioteca Gino Bianco

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