Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

che è detto omertà, parola derivata dall'italiano << Uomo ». Il codice è semplice e brutale; la morte per chiunque si ribelli o faccia la spia, si appelli alle autorità o assista la legge in qualsiasi modo a danno della mafia. Di solito, come ammonimento supplementare, viene ucciso anche un altro membro della famiglia del colpevole ». Duole dover prendere atto di questa realtà, di fronte alla quale certa albagia del borghese italiano ed europeo, verso « la materialistica America», diventa davvero grottesca, a meno che non si voglia far veramente credito, come tanta pessima letteratura nostrana, a quel << sentimento del1' onore » sul quale sareb~e fondato il « codice » della mafia. Quanto male abbia recato questa stupida retorica al nostro Paese, come essa abbia contribuito a render tiepido di fronte al delitto il riflesso dell'opinione pubblica e l'impegno delle autorità politiche e amministrative, si può misurare appunto dal fatto che, come ai tempi di Villari e di Mosca, ci tocca scrivere di queste cose in sede politica, senza che esse possano ancora considerarsi relegate in sede veramente storica. Nè la mafia è una pianta le cui ramificazioni si allungano solo negli Stati Uniti. Dovunque vi sia una comunità di siciliani è ben possibile che, nonostante la laboriosità e l'intelligenza e tutte le altre << solide virtù » della gente isolana nella sua gran maggioranza, si formi purtroppo, un nucleo operante della << onorata società». Citerò, fra i tanti esempi, la corrispondenza da Milano di Giancarlo Fusco: << La Brooklin di Via San Gregorio», ove il sommario spiega chiaramente il fenomeno: << La strana morte di Salvatore Licandro, il siciliano ritrovato in un prato poco distante da Como con due fori dietro l'orecchio ripropone per le circostanze che l'accompagnano, il vecchio quesito dell'esistenza della mafia anche in alta Italia, con centrale a lvfilano ». (Cronache del 28 giugno '55). -E veniamo a Don Calogero Vizzini, don Calò. Quando egli morì, a Villalba presso Caltanissetta, il 2 luglio 1953, l'avvenimento suscitò un'eco di stampa che è di per se stessa significativa come conferma del rilievo che è venuto nuovamente assumendo l'antica associaziç>nea delinquere. Ecco una serie di citazioni che possono, raggruppate, dare un'idea del clima in cui prospera la mafia. Titolo del Paese Sera (13 luglio): « E' deceduto Biblioteca Gino Bianco ' I

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==