Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

I e fittizia, in quanto innaturale - istituti che, sorti spontaneamente in conformità delle rigide strutture produttive d'un ormai rem·oto passato, a quelle e a non altre strutture potrebbero confarsi; Le trasformazioni ap·portate all'istituto non possono mutare di una virgola il giudizio negativo sulla sopravvive_nza di certi orga11ismi. Il fatto stesso che gli agricoltori si siano dichiarati soddisfatti, per essere stato posto il Consorzio sotto il controllo del Ministero dell'Agricoltura, è semmai esso stesso un indice delle pecche del sistema, giacchè, quando un organismo persegue la conciliazione di contrastanti interessi - nel caso gli interessi dei canapicoltori e quelli degli industriali -, esso potrà forse ritenersi efficiente allorquando entrambi i gruppi titolari di quegli _interessi si dichiarino insoddisfatti, giammai allorquando · uno soltanto dei gruppi abbia di cl1e compiacersi. Se si pensa poi che la differenza tra il prezzo riscosso dal Consorzio (e fissato dal C.I.P. su sua indicazione) e il prezzo da esso corrisposto ai produttori conferenti all'ammasso obbligatorio, è variata da un minimo del 19 % nel 1950-51 ad un massimo del 29 % nel 1953-54, sembra che ce ne sia abbastanza per giudicare l'efficienza del sistema. (Vogliamo inoltre ricordare che qualche tempo fa i canapicoltori campani ebbero a rifonderci del proprio, perchè la canapa settentrionale era rimasta inesitatà: questi sono gli inconvenienti delle strutture corporative << nazionali »). Si sostiene che la struttura vincolistica del settore sia indispensabile al mantenimento di questa coltura, dai più sostenuta perchè << tradizio11ale » e << pregiatissima» : confidando nell'esistenza di più razionali motivi a favore di questa cc affezione » (tra l'altro, il Ventriglia nota la facile concorrenza della canapa di altri Paesi, che, sia pure in qualità scadente rispetto a quella italiana, è ormai preferita perchè gli impianti pii1 moderni posson·o fare a meno della pregiatissima qualità italiana), cogliamo l'occasione per riaffermare che non sono davvero i regimi rigidamente vincolistici ·ad assicurare l'insediamento e lo sviluppo delle produzioni nèi termini di maggiore convenienza economica. Essi, anzi, non raramente conducono a sperperi affatto ingiustificabili. La via da seguire è invece quella delle associazioni formate << dal basso», delle strutture cooperative, non corporative, affermatesi, come ci dice l'A. a proposito dell'industria enologica, nel Nord; e ancora assai poco diffuse, purtroppo, nel Sud. Per finire vorremmo tornare all'industria meccanica, richiamandoci alla situazione partic,olarmente grave di un settore produttivo di grande rilievo ai fini di un rammodernamento delle nostre strutture industriali: il settore delle macchine utensili. << Se si volesse soddisfare il fabbisogno per un integrale programma di ammodernamento da compiersi... in dieci anni - afferma il Vèntriglia - l'industria delle macchine utensili dovrebbe quintuplicare la produzione ». Realtà di fronte alla quale sta il fatto che nemmeno « la legge istitutiva del credito a medio termine ed a basso tasso di favore [50] BibliotecaGino Bianco ,

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