vedere nel Partito Comunista, o nel Movimento di ·Rinascita, la soluzione definitiva del problema delle cc guide », possono leggere ora, nella prefazione alla raccolta di scritti sulla questione meridionale, le ragioni di quel• l'atteggiamento; assai più dovuto a coerenza che non ad ostinazione. Valga l'autor_i'tà di Gaetano Salvemini ad accreditare presso tutti i democratici italiani questi severi giudizi politici sull'attività dei comunisti nell'Italia meridionale: « Gli ufficiali ·del Partito Comunista sono educati in scuole apposite: fatto ~uovo e destinato, probabilmente, a un grande sviluppo in tutti i partiti. Ma purtroppo lo stato maggiore comunista, nella illusione di affrettare la palingenesi universale, senza lasciarsi frastornare da scrupoli morali, educa i suoi ufficiali e sottuffic:ali ad una spregiudicatezza, _ che nell'Italia meridionale non avrebbe bisogno di essere incoraggiata ... ... sta il fatto che i comunisti cercano ovunque il punto d'a,p,poggio per sollevare il più esteso malcontento possibile, e non per proporre rimedi che attenuino il disagio. E in quel lavoro per reclutar comunque malcontenti promettono tutto a tutti, anche se · quel che fanno sperare agli uni fa a pugni con quello che fanno sperare agli altri ». Naturalmente, Salvemini non si lascia sfuggire l'altro aspetto della realtà: che, malgrado la cc spregiudicatezza » dei comunisti, anche per impulso che viene da loro, cc in tutto il Mezzogiorno caporali e sergenti e anche ufficiali vanno emergendo dalla massa indifferenziata, per quanto in numero ancora esiguo ». Anche qui, a proposito dell'impulso che viene dai comunisti per questa prima selezione di <e sergenti e caporali e anche ufficiali », si può dire quello che Salvemini dice a proposito del marxismo d~lla sua giovinezza: « è una droga meravigliosa » che cc sveglia gli animi dormienti ». Ma poi, soggiunge Salve1nini, questa droga cc rimbecillisce » quegli stessi animi che ha risvegliato, perchè li costringe alla « ripetizione di formule che spiegano tutto e non dicono nulla ». A frequentar oggi le sezioni comuniste, e anche a leggere L'Unità~ capita appunto di dover prendere atto di questo fenomeno: quelle n1anifestazioni che in un primo tempo apparivano. come fermenti vivi di un movimento avanzato, si svelano ora già inaridite, avvilite dalla monotona ripetizione di formule, « che spiegano tutto e non dicono nulla >>; o meglio dicono soltanto, in maniera indiretta, che è impossibile rinchiudere il problema meridionale nell'ambito di una ristretta impostazione classista; e che per giunta la « spregiudicatezza :>, ai fini della « palingenesi universale » o ai fini del cominf ormismo, confina i comunisti fuori dello schieramento democratico, anche se in un primo breve momento hanno assolto ad una funzione di rottura - o di « droga » - in senso democratico. L'esperienza personale di Salvemini risulta insomma confermata dalla esperienza politica di questi anni, dal modo in cui si viene ora profilando il rapporto fra comunisti e Mezzogiorno, dall'esigenza, che si manifesta ancora una volta viva, di una sinistra democratica presente e operante nel BibliotecaGino Bianco
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