Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

, E' una visione coerente e costante che traversa tutti i suoi racconti e romanzi; la nostalgia diventa una forma di sensibilità architettonica, una preferenza di costume che si ritrova nelle figure umane più riuscite e congeniali allo scrittore. Si pensi al barocco fuori moda di certi suoi personaggi borghesi, che incarnano il « vecchio stile >>di cui egli ama velare la sua città. Brancati mai li riveste del sarcasmo o dell'amarezza dei suoi antieroi, perchè rappresentano davvero ciò eh' egli sogna: dei «vitelloni» siciliani, di questi anacronistici dormiglioni percossi e ridicolizzati dalla civiltà moderna, essi sono gli antenati, i padri, i nonni, che giaceranno effigiati nei grossi ritratti dalla cornice di noce nei salotti; e non ne resterà, tra poco, che un antico sentore di sigaro nei cassetti, e qualche bastone dal pomo d'avorio nell'ombrelliera. Ma sono questi i legittimi abitatori di- quella sua Catania. Si ricordi « l'avvocato grande>> della famiglia Occhipinti, la cui vicenda si snoda, robusta ed elegante come una guglia barocca, nel bel racconto Rumori; si . pensi a quegli esponenti della haute letteraria catanese che gesticolano nelle pagine de Gli anni perduti: « il ricco Cavalier de Filippi », ad esempio, « autore di Canzone/le spiritose, noto per aver offerto iQutilmente a un grande giornale milanese diecimila lire, dietro la pubblicazione, in terza pagina, di una sua fotografia con la scritta: ' de Filippi, grande poeta vernacolo ' » (e il Corso di Catania « era pieno di gente >>,suoi emuli, << che si domandava se l'Aida fosse più bella del Parsifal; se i dischi, suonati alla rovescia dall'ultima nota alla prima, non potessero dare alla luce nuove e stupende sinfonie; se era vero, sì o no, che I Promessi Sposi non fossero poi quella gran cosa che si dice... >>);e al padre di Francesco Maria, che, alla fine della singolare avventura di quest'ultimo, fa la sua apparizione insieme all'amico Corrado Sapuppo per << pestare come l'uva» il frutto delle sue viscere, ed indurlo così a sanare una << questione d'onore>>. E soprattutto si rievochi quell'altra vivacissima << stampa dell'Ottocento», Alfio Magnano, (padre del bell'Antonio) forse la creazione più riuscita di Brancati: vecc.l1io eroe siciliano, che finisce eroicamente vittima di una sorta di suicidio premeditato, tra le braccia di una squallida prostituta, nel tentativo di sanare anch'egli la sua insanabile questione d'onore; e il Conte Paolo Castorini, il nonno di Paolo il Caldo, ch'è ·certo la figura più bella del romanzo incompiuto, sanguigno difensore di una felice, arcaica, irragionevole, reazionaria Biblioteca Gino Bianco ,

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