I gersi dell'inutilità dei loro sforzi. In altre parole, si è venuta determinando, tra professori e studenti, una situazione di reciproca sfiducia, che sfugge tuttavia àlla responsabilità diretta di ognuna delle due categorie, tra le quali invece dovrebbe svolgersi un dialogo costante. Il vero è che lo studente in Giurisprudenza, dopo il primo anno, affrontato con una certa giovanile euforia, si accorge della insufficienza dei programmi ai fini di una adeguata formazione scientifica, necessaria per il futuro esercizio della prof essione. Sicchè, ben presto finisce col preoccupatsi soltanto di quella preparazione che è appena sufficiente a sostenere con buon esito un esame affrettato e superficiale. La più adeguata preparazione viene invece rimandata a dopo la laurea, a quando cioè lo studente sarà costretto ad uno studio più impegnativo, per il superamento dei concorsi necessari all'espletamento della professione o della carriera. Per giustificare questo stato d'animo dello studente basterebbe dare uno sguardo, per quanto sommario, alle materie di studio che formano oggetto dei singoli corsi. Così ci si accorgerebbe come manchi, ad esempio, un corso istituzionale di diritto pubblico; me11tre, d'altra parte, il diritto amministrativo, il diritto penale, il diritto costituzionale e il diritto del lavoro, che meriterebbero un particolare approfondimento per l'importanza che hanno assunto nel campo dei rapporti sociali, formano materia di studio generico soltanto nella parte generale. Anche lo studio della economia politica è relegato tra quelle materie di insegnamento per le quali sono ritenuti sufficienti solo talune nozioni generali. N~l campo del diritto privato, per un'epoca come l'attuale, in cui, assumendo particolare rilievo i rapporti inerenti al traffico ·e all'industria, dovrebbero considerarsi essenziali gli insegnamenti del diritto della navigazione e del diritto ind·ùstriale, tali discipline invece formano ancora oggi materia di insegnamento soltanto in corsi complementari. Lò stesso può dirsi del diritto agrario, il cui studio sarebbe assai proficuo, soprattutto nel Mezzogiorno. Soltanto lo studio del diritto romano sembra adeguarsi alle reali esigenze della conoscenza scientifica, comprendente una cattedra di Istituzioni, una di Pandette ed un'altra di storia; ma lo scarso interesse che questa materia presenta nei confronti di buona parte dei futuri avvocati, notai, -diplomatici, prefetti, questori, commissari di P. S. e della svariatissima gamma dei futuri impiegati di ruolo A, fa sì che anche lo studio del Bibloteca Gino Bianco
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