Nord e Sud - anno II - n. 11 - ottobre 1955

poletana, mentre, ancora oggi, si deve constatare che nessuno, partito o giornale d'ispirazione democratica, ha tentato di spiegare ai napoletani perchè la costruzione di un lotto di case popolari sia da preferire alla effimera elargizione di una festa. Ciò spiega infine anche gli errori, i grossi errori commessi dagli altri, da quei gruppi politici che si limitano ad esprimere le persone da porre alla testa degli enti o nelle commissioni per lo studio dei problemi di Napoli. Non basta fare ciò. Occorre stabilire più numerosi e saldi addentellati con il piano sul quale si muove la popolazione; beninteso non con l'intento di assecondarne le tendenze deteriori, ma per convincerla e persuaderla a una più perspicua valutaziqne dei propri interessi. Bisogna dire subito che quest'azione non è facile. E le difficoltà maggiori si incontrano proprio in alcune tendenze tipiche dei napoletani. Essi infatti tendono a considerare le cose prima sotto l'aspetto esteriore, quello I che colpisce maggiormente i loro sensi, e poi tutti gli altri - quello della utilità, dell'economia - ed a rappresentarsele più come sensazione o sentimento che come conoscenza. La prova di ciò sta nella confusione che il napoletano fa tra i due concetti di bello e di buono, specie se riferiti a persone (qui si dice « 'nu bello signore », per dire « una brava persona » ), e nel fatto che esso si muove più per vedere che per fare, ed è attirato più dai colori e dalla forma degli oggetti che dalla loro sostanza e dall'uso pratico che di essi si può fare. Questa particolare indole del popolo napoletano ha avuto notevoli effetti nello svolgimento delle sue varie attività e specie negli avvenimenti politici e nello sviluppo economico e s·ociale della città; e ancora oggi spiega come sia facile ottenerne i favori con manifestazioni che colpiscono i suoi sensi ed i suoi sentimenti. Non v'è chi non veda come tutto ciò renda estremamente difficile la formazione di un'opi:11ione pubblica vigilante e cosciente e conduca anche al mancato successo dei provvedimenti 'legislativi, per quanto possano essere stati accuratamente predisposti. È stato sempre difficile far comprendere al popolo napoletano l'utilità di certe opere d'interesse collettivo; è stata sempre facile la difesa degli interessi privati colpiti. La bonifica di un rione comporta demolizioni, e così l'ampliamento de1 porto. La bonifica e l'ampliamento dello scalo marittimo sono termini astratti, ai quali l'indole napoletana è poco sensibile; nella vicenda per la realizzazione di queste opere acquista perciò più forza il piccolo interesse privato, che trova magari più credito presso le stesse autorità. I problemi urbanistici e igienico-sanitari sfuggono alla sensibilità della gran massa del popolo napoletano; gli interessi del proprietario della casa da demolire sono molto più toccanti. Così quei provvedimenti promossi a favore della collettività si sono andati ·man mano insabbiando, allontanandosi quasi sempre dalle finalità per le quali erano stati concepiti (e la storia delle leggi speciali per Napoli ne è una Bibloteca Gino Bianco

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