Nord e Sud - anno II - n. 10 - settembre 1955

ad un carico tributario pari al 59,08 '1/o del complesso dello Stato, nonostante essa fruisca del 61,35% del reddito complessivo. Per le restanti ripartizioni, al ·contrario, la quota parte di carico tributario effettivo su di esse ricadente raggiunge il 40,92 % del totale, mentre il loro reddito è pari al 38,65 % del xeddito nazionale. Dai valori della col. 8 si rileva che, per il complesso del Paese, il carico tributario erariale ordinario complessivo era nel 1952 uguale all'inçirca alla quinta parte del reddito (20,04 %). I rapporti fra imposte pagate (percus~ sione) e reddito della stessa col. 8 mettono tuttavia in evidenza una notevolissima differenziazione territoriale: infatti, la quota di\ reddito apparentemente prelevata oscilla fra un minimo dell'll,66% per l'Italia Insulare ad un massimo del 20,88 %, per l'Italia Settentrionale. Quando però si calcolano i rapporti del carico tributario effettivo (incidenza) con il reddito (col. 9) le diversità esistenti fra 1~ ripartizioni risultano molto minori: ed invero tale rapporto varia fra un minimo di 19,30 % per l'Italia Settentrionale ed un massimo di 21,85 % per l'Italia Centrale. Questa limitata differenziaziòne sta a testimoniare che il nostro sistema tributario accoglie sul piano territoriale un principio di quasi esatta proporzionalità dell'imposizione al reddito; e ciò nonostante le notevolissime differenze nella potenzialità economica delle varie ripartizioni (10 ). Ciò vuol dire che tale sistema presenta ancor oggi notevoli sperequazioni: giacchè « un eguale carico tributario relativo pesa in realtà tanto più gravemente quanto più basso è il reddito colpito, perchè una volta tolta dal reddito per testa la parte necessaria per il minimo indispensabile per l' esistenza, rimane un margine relativamente piccolo per il soddisfacimento di bisogni secondari e per il risparmio » (11 ). Ora, se si ritiene legittima una differenziazione del carico contributivo sul piano territoriale; e si ammette altresì che tale diversificazione debba basarsi sui redditi per abitante delle varie ripartizioillt, e sul criterio di lieve progressività accolto per i bassi redditi nella vigente imposta complementare - si può facilmente calcolare che, per un prelievo fiscale pari a ( 10) Nel 1952, secondo le valutazioni del T agliacarne, il reddito medio per abitante risultava di 224.643 nell'Italia Settentrionale, 166.830 nell'Italia Centrale; 83.946 nell'Italia Meridionale; 86.434 nell'Italia· Ins!Jlare e 84.823 nell'intero Mezzogiorno. ( 11) L. LENTI, Statistica economica, Milano 1954, p. 522. \ . Bibloteca Gino Bianco /

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