Nord e Sud - anno II - n. 10 - settembre 1955

ai piedi nudi. Al suo paese, quando lo videro, dissero che era ammattito; egli ·non se ne adontò e cominciò a predicare la sua nuova fede. << Egli intendeva fondare una grande unione che, in un opuscoletto largamente diffuso da per tutto, definiva come una convivenza da attuarsi fra i maestri di ogni genere di studio intellettuale e di lavoro manovale, a capo della quale avrebbe dovuto essere colui che a prova di fatto, avesse potuto dimostrarsi superiore agli altri come merito. Nella vita e nei bisogni gli uni come gl! altri avrebbero dovuto essere ug1:1ali; lo scopo a cui dovrà tendere questa universale famiglia sarà quello di dovere infondere luce e pace, cioè istruzione e lavoro. Per raggiungere il suo fine, a vedere attuato il suo ideale, Luigi Loperfido non conosceva che un mezzo: l'arte. Essa sola poteva indurre i popoli ad amarsi reciprocamente, perchè 'essa sola mostra nelle sue manifestazioni sublimi il bene e il male di tutti i nostri sentimenti: solo nell'arte noi possiamo vedere rispecchiati tutti i nostri bisogni, essa sola può inculcare nella mente di tutti una più o meno forte persuasione dei diritti e dei doveri dell'uomo '. Al di fuori dell'arte, Loperfido non vedeva nessun altro mezzo. Il socialismo era per llti il male dei n1ali; il giorno in cui sarebbe stato attuato, il mo11do sarebbe stato colpito dalla più grande sventura. Questa la sua fede: la predicò invano, non ebbe un proselite. Lo guardarono tutti con allegra curiosità e da quel mome11to lo chiamarono il ' Monaco Bianco '. Un bel giorno, il Monaco mutò la sua fede. Quel socialismo contro il quale egli era così vivacemente insorto, lo sedusse e lo conquistò: poca cosa è l'arte per sollevare le sorti di un popolo che soffre, nè mai essa potrà risorgere, godimento di tutti, finchè l'abbrutimento e la fame perpetueranno l'ignoranza nel mondo. Così, da inascoltato banditore del suo ideale artistico, diventò apostolo della nuova fede umana, da predicatore deluso della sua grande unione dell'arte si 1nutò in attivo organizzatore di leghe e di circoli. Prima le masse lo avevano preso in burla, ora lo circondavan.o e lo seguivano come un uomo Messia; il suo abito e la sua figura gli davano un aspetto mistico, solenne, ed i lavoratori di Basilicata lo adoravano come un Dio » (5). Di qui l'organizzazione della prima « Lega dei contadini >>, che raggiunse, nel 1902, la cifra di circa 3000 iscritti. Il prezzo della farina calò da 7 soldi a 5 soldi, per l'azìone della cooperativa di consumo. Agli agrari furono imposti più equi patti di lavoro, peraltro non sempre rispettati. ( 5 ) Cfr. RAFFAELLO R10NATORI in La Strada, opuscolo quindicinale di attualità, N·apoli, 1 ° dicembre 1902. Bibloteca Gino Bianco

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