In previsione di ritrovamenti di idrocarburi nel sottosuolo dell'Isola e per attirare i ricercatori, la Regione siciliana aveva votato la legge 20 marzo 1950, riguardante la disciplina della « ricerca e della coltivazione di ;drocarburi liquidi e gassosi». La legge fu impugnata di incostituzionalità dal Commissario dello Stato in Sicilia, ma giudicata valida dalla Corte Siciliana. Questa legge fu un po' il prodotto di determinati fattori e si basò su due criteri di fondamentale importanza: uno che fornisse garanzie alla Regione, ed uno che desse piena assicurazione ai ricercatori. Si stabilì cioè che nes~un permesso di ricerca potesse avere un'estensione superiore a 100.000 ettari e che d'altra parte chi avesse trovato petrolio potesse autornaticamente contare sulla concessione di sfruttamento, per un minimo di 20 ed un massimo di 30 anni non prorogabili. Potrà sembrare che non ci ' fosse nessun bisogno di specificare che la concessione di sfruttamento doYesse andare automaticamente allo scopritore del petrolio, tantq sembra t,vvia. Ma non quando s.i rifletta che la legge 1927 dello Stato italiano concede solo una preferenza a chi abbia effettivamente scoperto il petro- !10: tanto è vero che la << Petrosud >>, pur avendo scoperto il petrolio ad Alanno, non è ancora sicura di ottenere il relativo permesso. Anzi, su questo problema si sono violentemente riaccese le polemiche proprio in questi giorni e di esse avremo modo di parlare più avanti. Dunque la Regione siciliana statuì in modo chiaro proprio questo principio, stabilendo altresì che la concessione era ventennale e prorogabile. Il diritto annuo fu stabilito in L. 500 per ettaro; in più il concessiouna legge che alimenti la concorrenza e tuteli gli interess1 pubblici: si allontana cioè dalle deficienze del disegno di legge in esame di fronte al Parlan1ento e de!la stessa legge siciliana. Una battaglia si è iniziata fra i vari partiti non solo per mantenere o meno l'esclusiva nella Valle Padana, ma per riformare o meno nel senso sopra indicato la legge petrolifera. È una battaglia di grosse proporzioni e di grosse ripercussioni. I meridionalisti debbono volere una legislazione che avvicini la situazione delle loro regioni a quelle del Canadà e degli Stati Uniti e non a quelle del Medio Oriente.... I giacimenti di idrocarburi si aggiungono alla riforma agraria, alla Cassa del Mezzogiorno, alla liberalizzazione degli scambi per spingere le regioni meridionali verso un più lieto e brillante avvenire. Ma bisogna che i giacimenti risultino soprattutto utili a quella • economia>. Bibloteca Gino Bianco
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