le profonde sperequazioni tra città e campagna da un lato, tra Nord e Sud dall'altro. Per ora, anche questa categoria di medici, che si potrebbe dire destinata de natura alla mutualità, guarda ad essa con qualche perplessità, sia per la perdurante sensazione che il suo posto si trovi più in alto, sia - su un terreno più concreto - per l'influenza e i controlli che su di essa esercitano l'Ordine e i suoi dirigenti. Che l'Ordine, tuttavia, ben comprende come la latente divergenza di interess,i e la disparità di situazioni professionali possano gradatamente ridurre questa influenza, è dimostrato dagli atteggiamenti autoritari, da corporazione medioevale, che esso ha assunto proprio nella vertenza con la Federazione delle Mutue. Con l'inizio del 1955, l'Ordine si era trovato rafforzato, grazie alla parte avuta, e riconosciutagli, nella composizione della lunghissima vertenza tra i medici mutualisti e l'INAM; in cui, per evitare che un esiguo ma battagliero sindacato medico di ispirazione comunista provocasse una rottura irreparabile tra le parti, era &tato giocoforza per il Ministero del Lavoro e per l'Istituto consentire che l'Ordine si proclamasse « l'unico rappresentante legale di tutta 'la classe sanitaria » anche sul piano delle rivendicazioni economiche. Ai dirigenti « bonomiani » delle Mutue non erano mancati avvertimenti, da parte degli ambienti previdenziali, sulla probabilità di una presa di posizione dell'Ordine contro la nuova ·organizzazione, nel tentativo di contenerne la portata innovativa sul terren·o pratico. Ma i « bonomiani », con una legge dello Stato alle spalle, il peso della Confederazione dei coltivatori diretti nella vita pubblica e dentro il partito di maggioranza, l'appoggio del Ministero e l'alleanza con l'INAM, erano convinti che non ci fosse poi troppo da temere, e che l'assistenza sanitaria sarebbe stata, con dinamismo « bonomiano », rapidamente realizzata. Di diversa opinione è stato il Ministero del Lavoro, che, all'inizio del marzo, invitava con una circolare i prefetti ad intervenire presso gli ospedali « perchè, in attesa che vengano stipulate le convenzioni previste dall'art. 26 della legge, vogliano ritenere operanti, anche nei riguardi dei coltivatori diretti aventi diritto all'assistenza di malattia, le convenzioni da essi all'uopo stipulate con l'INAM »; e autorizzava contemporaneamente le Casse mutue provinciali, fin·o a quando non fosse stato elaborato il regolamento interno delle prestazioni, a usare per l'assistenza specialistica i servizi di quell'Istituto. È da credere che nella mossa, ·oltre alla preoccupazione di realizzare un certo allineamento dell'assistenza affidata alle Mutue a quella esercitata dall'INAM, vi sia stata la precisa intenzione di indicare tempestivamente alle amministrazioni ospedaliere - che sono in posizione autonoma rispetto all'Ordine - o ai singoli medici un terreno di collaborazione con le Mutue: in altri termini, di escludere senz'altro l'Ordine. La valorizzazione dell'Ordine al tempo della controversia con 'l'INAM era stata dettata, come s'è Bibloteca Gino Bianco
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