Nord e Sud - anno II - n. 9 - agosto 1955

primi abbiamo indicato la Sicilia come terreno d'incontro fra il centrismo democratico e i socialisti per una polit~ca di sinistra, non potremmo che essere risolutamente contrari ad un'apertura, che, configurata dall'on. De Martino negli stessi termini dell'on. Li Causi, accreditando, peraltro, l'interpretazione dei Giovannini e del Giornale d: Italia, si risolverebbe effettivamente in una cieca avventura. Affermazioni come queste, più o meno consapevole che ne sia l'autore, mirano a render difficile quella soluzione che i Nenni, i Dugoni, i Lombardi, propongono, per l'Italia e la Sicilia, alla sinistra democratica cattolica e laica. La quale soluzione, d'altra parte, se autonomia del P.S.I. significa liquidazione della politica frontista a direzione comunista, e quindi incontro fra centris.mo democratico e socialismo, per una politica di sinistra, non può non lasciare sul terreno alcune vittime: coloro che, nel quadro della politica frontista a direzione comunista, avevano inserito un gioco personale, avevano fabbricato un proprio artificioso prestigio, avevano creato il ruolo dei garanti del frontismo socialista e dei fiancheggiatori radicalcomunisti. L'on De Martino vuole forse affermare di appartenere indissolubilmente a questa categoria di vittime designate dall'eventuale realizzazione dei fini che l' on. Nenni sembra essersi proposto? Per ragioni di simpatia personale vorremmo augurarci che l'on. De Martino non sia fino in fondo consapevole delle illazioni che si devono trarre dalla s.ua interpretazione delle elezioni siciliane. Perchè, se la consapevolezza non può essere messa in dub·bio, se ne deve dedurre che interventi come questi dell'on. De Martino esprimono le crescenti preoccupazioni dei comunisti e dei loro più convinti fiancheggiatori per il nuovo indirizzo seguito dal P.S.I. Naturalmente, ciò, pur costituendo una prova a favore della sincerità dell' on. Nenni e dei suoi amici, non toglie che, al fine di potersi inoltrare sulla strada imboccata, posizioni come quelle qui messe in evidenza debbono essere chiarite in tempo utile. E noi siamo i primi ad augurarci che l'on. De Martino possa al più presto rivedere i suol atteggiamenti, o cancellare le illazioni che si sono dovute trarre dai suoi citati interventi. Il che già si può dire del suo discorso alla Camera nella discussione sulle comunicazioni del Governo Segni. Dopo aver letto l'articolo sulla rivista comunista, ci era sembrata avventata la decisione del Partito Socialista, di designare l'on. De Martino fra gli oratori ufficiali del partito in quella discussione. Ma, si deve riconoscere, che l'on. De Martino è stato veramente molto ufficiale in tale occasione: assai più misurato, o meno scoperto, si può _dire, a seconda dei puinti di vista, di quanto non lo fosse stato nelle altre manifestazioni del suo pensiero. Anzi, egli è stato veramente felice quando ha denunciato « l'equivoco permanente delle alleanze dichiarate o sottintese della Democrazia Cristiana con le destre ». A titolo di esempio, l'oratore ha citato il caso di Napoli, esortando la D.C. a « dire senza ambiguità se intende essere al fianco di Lauro che a Napoli nasconde la miseria dietro a un muro di protezione, [34] Bibloteca Gino Bianco

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