senz'altro preferita l'altra, della fondazione cioè di veri e propri borghi residenziali nei quali attorno al nucleo degli edifici pubblici graviti una certa quantità di popolazione, anche contadina, insediata, anzichè sulla parcella di terra assegnatale, al centro di un comprensorio di qualche chilometro di raggio, dal quale sia facile recarsi al lavoro. In questo modo viene salvaguardato il valore dell'esperienza comunitaria. Il piano naturalmente terrà conto di tutti i fattori (viabilità, risorse economiche, futuro aumento della popolazione, ecc.), insomma deve essere concepito con un criterio di nascita graduale. Soprattutto va tenuta presente l'unità di residenza e di luogo di lavoro, e a questo proposito il M. ha pagine davvero illuminanti. In passato avvenne che per sfollare taluni centri montani del Molise, delle cui risorse le popolazioni vivevano, si costruirono dei villaggi in pianura con l'ingenua speranza che quelle popolazioni sarebbero andate ad abitarli. Altrove prevalsero nelle costruzioni criteri estrinseci ad ogni funzionalità, e centri che avrebbero dovuto essere soltanto umani furono soffocati da llna architettura imperiale. Ora questi problemi sono maturi anche da noi: problemi di borgate rurali in una campagna non più infestata dalla malaria, e problemi di medie città industriali al centro di comprensori che dovrebbero rappresentare quelli che sono stati chiamati << polmoni di vita». Solo resta che sempre più approfonditi studi accompagnino quest'opera, secondo quei criteri che all'estero hanno trovato felice attuazione e che il libro del Munford così felicemente illumina. MARIO DEL TREPPO Dir. Reap.1 F. Compagna • Segr. Reclaz.1 N. Ajello • Stampa, Archetipografìa di Milano S. p.a. • Viale Umbria, 54 Spe.,.one in :ihbonamento postale, Gruppo III • Pubblicazione autorizzata • Printed in Italy • Tutti i diritti cli proprietà letteraria ed artistica risenati. • manoeeritti anche se non pubblicati non si re1tituiseono. Bibloteca Gino Bianco
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