Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

l'Unione Nazionale non avrebbe mai potuto superare i limiti di una con- , cezione << illuminista » della democrazia stessa, e non sarebbe riuscita a comunicare la propria fede e le proprie convinzioni alle diffidenti masse popolari e ai più largl1i strati della piccola borghesia. Il Di Cesarò vedeva meglio affidata una tal funzione alla sua << Democrazia sociale>>. Interveniva poi il commento sopra ricordato della Voce Repubblicana, nel quale si accusavano le correnti antifasciste di non saper essere conseguentemente democratiche, di non volersi esprimere in un serio sforzo di rinnovamento; per cui sembrava the queste correnti fossero più unite per il fatto che « le accompagnava una espulsione dal Governo>>, ma che il loro avvi... cinamento fosse << puramente esteriore». Eppure, tanta durezza nascondeva minore intransigenza dei demosociali (o meglio, dell' on. Colonna di Cesarò), perchè la Voce Repubblicana finiva col concludere essere necessario che, « se proprio non repubblicano, il partito unico democratico non sia però monarchico per premessa». Ciò che veramente l'Unione Nazionale non fu. Tali polemiche e diffidenze verso l'Unionismo sono tanto più interessanti, non solo in quanto chiariscono. e definiscono meglio le fisionomie della democrazia liberale e della democrazia sociale, ma anche perchè lasciano trasparire in qualche misura l'intenso fermento che agitava le migliori coscienze del tempo e che superava i termini del dilemma posto dalla necessità della lotta contro il regime, per investire in pieno il problema fondamentale della società e della vita pubblica italiana nei suoi più differenti aspetti. Già il manifesto dell'Unione Nazionale rivolto al paese 1'8 maggio. ...1924 da Roma, nel quale si dichiarava cost'ituito il movimento, affermava: « Forse la funzione storica del fascismo, cercata invano nella confusione - delle sue ideologie, finirà per essere trovata fuori dal fascismo. E consisterà nell'avere esso provocato e reso necessario entro la coscienza italiana quel profondo processo morale, donde scaturirà la restaurazione del nostro diritto pubblico, premessa necessaria ad ogni futuro sviluppo. Matura in Italia un processo spirituale, attraverso il quale la costituzione elargita diventerà una costituzione voluta, cioè conquistata». Fin dalle prime parole il manifesto, di fronte alle curiose interpretazioni del Risorg·imento che da ogni parte ormai venivano avanzate, dichiarava che l'Unione Nazionale rivendicava schiettamente l'eredità del Risorgimento cavo11riano, B•ibloteca Gino Bianco

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