1emigrazione agricola colonizzatrice. Venti nuclei familiari partirono per in- .stallarsi in un comprensorio di 240 ettari lungo le sponde dell'Oceano Pacifico, 618 km. a nord di Santiago, nei pressi di La Sereno. Le notizie che se ne ebbero furono scoraggianti; e del resto, come abbiamo visto, già in Argentina, nella Terra del Fuoco e in Brasile, c'erano stati tentativi di colonizzazione miseramente falliti. Purtroppo la colonizzazione è stato sempre un miraggio sin dall'epoca del « Commissariato >>. Non è un campo da scartare, ma va arato con serietà e non lasciato all'improvvisazione e all'improntitudine di coloro che fantasticano sui fasti dei conquistadores. Per convincersi di tali atteggiamenti radicati nell'animo dei nostri funzionari, basterebbe leggere un recente numero della Rassegna Stampa della Direzione Generale dell'Emigrazione in cui, ricalcando la nota prosa del quotidiano fascista « Il Se- -eolo », si favoleggia della bontà della politica del ventennio verso la Tunisia e di un'intesa italiana con l'arabico Neo-Destur ai danni della Francia. Diffidiamo di questi disinvolti consiglieri del Ministro Martino e ancora di più ne diffidiamo quando a loro sono affidate le sorti dei nostri emigranti. Molti funzionari dell'ex Ministero dell'Africa Italiana sono andati a scaricarsi a via Boncompagni, nella Direzione Generale dell'Emigrazione, e formulano piani di colonizzazione perfino per l'Africa, quando è risaputo che 1 'Africa, almeno per ora e nel prossimo futuro, non offre alcuna possibilità .alla nostra emigrazione; nè si è ancora potuto capire perchè l'Italia sia andata a spendere 100 miliardi in Somalia, donde nel 1953 sono rientrati ben -_760 connazionali contro 603 espatri. Questi colonizzatori sono ad ogni modo riusciti a creare un ente ad hoc, -1 'I.C.L.E. (Istituto di Credito per il Lavoro Italiano all'Estero), cui è de- ·voluto l'importante e delicato còmpito di studiare le possibilità di reperire e trattare la concessione di terre idonee all'opera colonizzatrice dei nostri -.emigranti, con il risultato di essersi prestato a numerose e fondate critiche, cui non si è mai data una risposta precisa; neppure in sede parlamentare sono stati mai resi pubblici i bilanci di questo ente. A tutt'oggi l'unico frutto "concreto dei viaggi intercontinentali dei dirigenti dell'I.C.L.E. sembra rappresentato da un volume pubblicato con il titolo « Emigrazione e Colo- _nizzazione agricola nel Cile » (1953). In esso viene pur riconosciuta la povertà della terra cilena, soggetta a un continuo processo di erosione; il che :non ha però impedito all'I.C.L.E. di stipulare in data 18 marzo 1948 un nuoBibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==