Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

pecche gravissime: nessuna garanzia circa l'invio delle rimesse e nessun articolo che stabilisca la coordinazione delle assicurazioni sociali tra i due paesi. I nostri funzionari dell'emigrazione, accontentandosi di una generica assicurazione circa le facilitazioni alla nostra emigrazione nel paese delle pampas, non hanno sufficientemente salvaguardate le condizioni di lavoro e di risparmio dei nostri lavoratori, quando le condizioni di risparmio sono già state decurtate sensibilmente dall'inflazione imperante nell'America del Sud, specie in Brasile e Argentina, che ha portato in pochi anni il peso argentino da un cambio dì 145 lire a 27 lire. In definitiva il trattato con l'Argentina rappresenta un non lieve peggioramento su quello, abrogato dall'attuale, già stipulato il 21 febbraio 1947, nel quale si riconosceva il diritto pieno alle rimesse di denaro e si stabiliva per l'Italia la clausola della nazione più favorita. BRASILE- Anche l'accordo con questo Paese si presta a numerose critiche. Innanzitutto si fa obbligo al lavoratore di prestare per due anni la propria opera nello stesso luogo e per lo stesso impiego per il quale è stato ingaggiato. Un po' quello che avviene in Francia, e forse peggio, date le condizioni ambientali. Un emigrante che trovi le condizioni di lavoro insopportabili non ha pertanto alcuna possibilità di mutare impresa e Stato. L'art. 18 inoltre, al comma II, stabilisce che << le condizioni di lavoro ... potranno essere sottoscritte in Brasile, in una delle case di immigranti )); il che significa che l'emigrante parte dall'Italia senza conoscere le condizioni alle quali troverà lavoro e senza che alct1no in Italia, per la deficienza dei nostri servizi emigratori, possa illuminarlo su quello che lo attende. Una volta giunto in Brasile, l'emigrante sarà indotto, per vivere, ad ingaggiarsi a qualunque condizione. Q~esto accordo con il Brasile ha anche promosso l'istituzione di una Compagnia di colonizzazione. Il capitale q.ella Compagnia è interamente sottoscritto dall'Italia (300 milioni di cruzeiros, pari a 3 miliardi e 900 milioni di lire), ma i bilanci sono sottoposti al controllo della Banca do Brasil. Le rimesse sono in pratica lasciate ai criteri della legislazione brasiliana in materia valutaria, tenendo conto che il cruzeiros, come il peso argentino, ha subito in questi ultimi an-ni le conseguenze dell'inflazione; il che dovrebbe far riflettere i pianificatori nostrani della colonizzazione in Sud America sulla opportunità di essa e sull'utilità di sperperare in· imprese Bibloteca Gino Bianco

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