Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

. porti, renderebbe inevit~bile, dall'altro, la trasformazione dello status giuridico dei dipendenti delle aziende di Stato in quello proprio dei dipendenti pubblici (12 ). Ma i suddetti argomenti appaiono dettati soltanto_da vis polemica. Infatti, anche a voler riconoscere come necessaria una certa fungibilità tra i quadri delle imprese private e quelli delle imprese pubbliche - trattandosi di un rimedio atto ad evitare le paventate conseguenze della burocratizzazione - a maggior ragione si rende indispensabile un taglio netto tra le prime e le seconde, in modo di evitare collusioni di interessi e confusioni di responsabilità. Quanto all'altro punto, è ormai acquisito per molteplici esperienze in materia, anche italiane - vedi l'E.N.I. -, che è possibile gestire le attività economiche dello Stato con strumenti tecnici di tipo industriale, fra cui il contratto privato di lavoro. Da questo esame dei termini della polemica sull'inquadramento sindacale delle aziende I.R.I. appare chiaramente dimostrato il nostro assunto iniziale, secondo cui la soluzione di questo problema implica alcune scelte fondamentali in merito alla definizione dei compiti ed alla revisione delle strutture dell'Istituto. Ma, pur ripromettendoci di tornare sull'argomento quando la pubblicazione del « libro bianco )) avrà fornito più precisi elementi di giudizio, ci sia concesso di conservare per ora l'angolo visuale, sia pure limitato, offerto dal tema specifico dei rapporti tra I.R.I. e Confindustria. Quale è la condizione delle aziende I.·R.I. nell'ambito delle Associazioni territoriali degli Industriali e della Confederazione dell'Industria, che le comprende? Lasciamo la parola alla già menzionata relazione La Malfa: « La situazione di queste aziende non è sceyra di inconvenienti in quanto la loro influenza su dette organizzazioni è praticamente nulla, ed in ogni caso non corrisponde all'importanza che loro compete sia per patrimonio economico che per numero di personale >>. E ciò, nonostante che, delle 75.076 aziende affiliate alla Confindustria nel 1950, quando fu elaborata , tale relazione, più di un decimo fossero controllate dallo Stato (fra cui, in assoluta prevalenza, grandi complessi con un numero di dipendenti non 'di rado superiore o poco al disotto del 50% di quelli occupati nell'intero settore produttivo), ivi non comprese_le partecipazioni di minoranza. Tali ( 12 ) In questo senso, cfr. il citato articolo su « Esteri », e l'intervento dell'on. Robertj (M.S.I.) nel dibattito alla Camera. Bibloteca Gino Bianco

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