Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

mento e funzionamento del credito agrario, ma che non hanno ancora deciso se appoggiare, cercar di emendare o avversare, con il loro atteggiamento, le proposte che comunque mirano certo a meglio soddisfare le esigenze di credito dell'agricoltura italiana. Completo pure il silenzio da parte degli istituti interessati, che dovrebbero collaborare alla creazione di un ordinamento migliore di quello attuale e che da esso finirebbero per trarre vantaggio. Eppure, pare questo il momento per una serena discussione del problema, per apportare modifiche e perfezionare le proposte del prof .. Dell'Amore, che, in mancanza di un qualsiasi contro-progetto o di critiche sostanziali da parte degli interessati, sono destinate più facilmente a divenire la base per la futura discussione parlamentare o ad essere contrastate da interessi o·pposti a quelli del1'agricoltura e degli istituti che operano per essa. È forse dura~te quella discuSrsione che gli agricoltori e gli istituti stessi cercheranno di intervenire? Può accadere, però, che allora sia troppo tardi per utili mutamenti e che il voto del Parlamento e l'imperio della legge costringano gli istituti a subire oneri e vincoli ben più gravi di quelle limitazioni di autonomia che il prof. Dell'Amore ha previsto nel proprio progetto, senza che siano adeguatamente soddisfatte le esigenze degli agricoltori. Le regioni meridionali sono le più interessate ad una corretta impostazione ed al successo della riforma del credito agrario. Da alcune affermazioni contenute nella relazione Dell'Amore, dalle critiche rivolte dal Ministro Medici agli istituti operanti nell'Italia meridionale e centrale ed, infine, dall'articolo in... nanzi citato del dott. Ravà, sembra anzi che tale riforma sia giudicata necessaria ed urgente sopra tutto per porre rimedio « alla profonda disparità di organizzazione e di mezzi esistenti nelle diverse regioni >> e per non « aggravare le sproporzioni tra le zone del Nord, del Centro e del Sud ». Se si riconosce, perciò, l'utilità di un riordinamento del credito agrario, può essere opportuno valutare se una soluzione quale quella proposta dal prof. Dell'Amore possa riuscire ad eliminare le deficienze che oggi si manifestano nelle regioni meridionali ed a rinvigorire il credito agrario come strumento per lo sviluppo delda economia del Mezzogiorno. Si sostiene, di solito, che la inadeguatezza del credito agrario in quelle regioni dipenda dalla insufficienza dei mezzi finanziari a disposizione e sia un risultato ddla inflazione postbellica. Questa è solo una parte della verità, perchè non si può non riconoscere che il largo apporto di anticipazioni statali, sopra tutto nel settore del credito a lungo termine, ha consentito e consente di far fronte, ed in maniera soddisfacente, per lo meno dal punto di vista quantitativo, alla domanda di credito, cresciuta non solo per la naturale evoluzione dei bisogni delle aziende, ma ancor più per la necessità di procedere ad importanti ed estese opere di miglioramento e di trasformazione degli ordinamenti aziendali. La causa principale della insoddisfazione degli agricoltori non sta, perciò, solo e tanto, nella insufficienza dei fondi a dis,posizione, nè nel costo dei finanziamenti, ma è piuttosto alimentata dalle deficienze funzionali ·[55] Bibloteca Gino Bianco

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